Saman Abbas sarebbe stata uccisa a sangue freddo e seppellita in una buca non molto lontana dalla scena della sua scomparsa, l’abitazione di Novellara (Reggio Emilia) in cui viveva con la famiglia. Il cadavere individuato in un casale abbandonato della zona, su impulso delle dichiarazioni dello zio Danish Hasnain (indicato dal fratello della 18enne quale esecutore materiale del delitto), potrebbe essere suo e da poche ore sono iniziate le operazioni di recupero dei resti. Un lavoro complesso che richiederà diversi giorni anche per la repertazione di tutti gli elementi che potrebbero contribuire a chiarire dinamica e cause del decesso. Sul posto l’anatomopatologa Cristina Cattaneo e l’archeologo forense Dominic Salsarola, incaricati dell’estrazione del corpo dalla fossa scoperta nel casolare. Le condizioni di instabilità dell’immobile rendono l’attività ancora più delicata e per questo occorreranno maggiori cautele. Quarto Grado oggi torna sulla vicenda con nuovi aggiornamenti.



Mentre in Pakistan il padre di Saman, Shabbar Abbas, ha parlato davanti al giudice di Islamabad a seguito del suo arresto – secondo quanto appreso dall’Ansa, sostenendo clamorosamente che la figlia “è vivala madre della ragazza, Nazia Shaheen, risulta ancora latitante ed è l’unica ancora a piede libero dei cinque indagati attesi come imputati al processo per il sequestro, l’omicidio e l’occultamento del cadavere della giovane che si celebrerà in Italia dal prossimo 10 febbraio. Alla sbarra, con i genitori della 18enne, sono chiamati a comparire anche lo zio che avrebbe svelato dove era stata sepolta, Danish (su cui graverebbe l’ipotesi di un ruolo primario nell’esecuzione dell’assassinio), e due cuginiNomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, tutti arrestati all’estero diversi mesi dopo la scomparsa di Saman Abbas (avvenuta tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021). Proprio quest’ultimo, intercettato in carcere, avrebbe fatto alcune rivelazioni scioccanti su come si sarebbe consumata la morte della giovane.



Le parole choc del cugino di Saman Abbas sull’omicidio: “La tenevo per le gambe, gli altri…”

Il corpo in fase di recupero, che si ipotizza appartenere a Saman Abbas, si troverebbe in una buca profonda circa 2 metri scavata all’interno del casolare diroccato ora presidiato dalle forze dell’ordine in attesa che le operazioni siano concluse e si possa procedere agli esami dei medici legali. L’edificio d’interesse è situato a poche centinaia di metri dall’abitazione degli Abbas, da quella casa in cui Saman fu vista per l’ultima volta la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021. Il padre Shabbar Abbas avrebbe sostenuto che la figlia “è viva”, ma elementi pensantissimi convergerebbero sullo scenario di una morte violenta. Un omicidio, secondo la Procura di Reggio Emilia, consumato per “onore” dopo che Saman Abbas si era rifiutata di cedere al matrimonio combinato dalla famiglia con un suo parente in Pakistan. Saman uccisa da genitori, zio e cugini per aver osato ribellarsi: questa l’ipotesi seguita dagli inquirenti.



Secondo le ultime indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, dal carcere in cui sono reclusi zio e cugini della 18enne, a Reggio Emilia, sarebbero filtrate alcune intercettazioni choc. Danish Hasnain, stando a quanto appreso dal quotidiano, avrebbe incontrato il cugino di Saman Abbas, Ikram Ijaz in costanza di detenzione e gli avrebbe confessato di essere ormai pronto a “dire tutto”. Ijaz avrebbe pronunciato le seguenti frasi: “Parlerò, giuro su Allah, parlerò: da mesi sono disonorato (…). Io la tenevo ferma per le gambe mentre gli altri la soffocavano“.