A quasi un anno dalla scomparsa di Saman Abbas non ci sono novità né sul corpo della ragazza pakistana né su chi possa esserne responsabile. Era il 30 aprile del 2021 quando Saman sparita da Novellara di Reggio, forse uccisa dai suoi familiari dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Negli ultimi giorni è stato sentito l’ultimo cugino arrestato in Spagna e arrivato nei giorni scorsi in Italia, Nomanhulaq Nomanhulaq, indagato per omicidio e occultamento del cadavere. “Il mio assistito ha contestato tutti gli addebiti che gli sono stati elevati e si è dichiarato estraneo ai fatti“, ha dichiarato l’avvocato Luigi Scarcella al termine dell’interrogatorio.



Il giovane si è collegato col il tribunale dal carcere di Reggio Emilia dove si trova da martedì scorso per rispondere alle domande della pm Laura Galli, che coordina le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo reggiano, e del gip Luca Ramponi, ma poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 35enne era sembrato piuttosto collaborativo dopo l’arresto, facendo ben sperare per le indagin, ma non ha finora fornito informazioni utili sulla scomparsa della cugina Saman Abbas.



SAMAN ABBAS, A RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA

L’ipotesi della Procura di Reggio Emilia è che Saman Abbas sia stata uccisa per la sua ribellione alle tradizioni e ad un matrimonio combinato. Dopo le scuole medie avrebbe voluto proseguire gli studi, ma la famiglia glielo ha impedito. Nessuno si è accorto dei due anni che mancavano al completamento dell’obbligo scolastico. Intanto aiutava la madre a casa nei lavori domestici, ma restando aperta al mondo occidentale. Nel giugno 2020 era andata in Belgio e aveva frequentato per un paio di settimane un giovane afghano. Il padre non l’aveva presa bene e l’aveva picchiata al suo ritorno. Per questo i servizi sociali l’avevano allontanata e collocata in comunità.



I genitori avevano comprato un biglietto per il Pakistan per lei, affinché sposasse un ragazzo che però lei non voleva. Si era fidanzata con un connazionale in Italia. Il padre arriva a minacciarla di morte, lei lascia la comunità, poi trascorre alcuni giorni a Roma con lui. Si arriva al 30 aprile, quando scompare. I genitori Nazia Shaheen e Shabbar Abbas volano in Pakistan. Poi vanno all’estero lo zio Danish Hasnain e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Questi tre sono stati poi arrestati, in momenti diversi, e sono indagati e in custodia cautelare in carcere, ma negano tutto.