Resti umani sono stati ritrovati lungo un fiume a Maranello, in provincia di Modena. Potrebbero essere di saman, la giovane pakistana scomparsa ad aprile dello scorso anno. Un passante, che si trovava in un percorso ciclopedonale sull’argine del fiume Tiepido, ha segnalato i resti. Si tratta di un teschio e altre ossa, in un sacco di cellophane con accanto degli abiti femminili, come riportato da La Stampa. Ma si attende l’esito degli accertamenti, la comparazione del Dna.
Le indagini preliminari sul caso di Saman Abbas invece sono state chiuse lo scorso 31 marzo. Cinque le persone iscritte nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Laura Galli, che ha trasmesso agli avvocati difensori l’avviso di notifica di chiusura delle indagini. Si tratta dei genitori della ragazza scomparsa il 30 aprile dell’anno scorso a Novellara, nel Reggiano, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, che sono ancora latitanti, presumibilmente in Pakistan; lo zio Danish Hasnain, i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti e tre in carcere a Reggio Emilia.
SAMAN ABBAS, ATTESA DATA UDIENZA PRELIMINARE
I cinque indagati dovranno rispondere in concorso delle accuse di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere, una ipotesi di reato riqualificata rispetto alla precedente, quella di “occultamento”, visto che non è stato ritrovato ancora il corpo di Saman Abbas. Non si possono escludere novità su questo, in virtù di quanto emerso nelle ultime ore a Maranello, ma su cui si attende riscontro.
Entro 20 giorni, comunque, gli avvocati difensori potranno richiedere di prendere visione degli atti (quantificati da La Stampa in 7 faldoni per circa 5mila pagine complessive) e poi depositare memorie difensive prima che il pm faccia richiesta di rinvio a giudizio. Non è stata ancora fissata la data dell’udienza preliminare, che però potrebbe essere calendarizzata per metà maggio, secondo quanto riportato dal quotidiano. Il movente presunto è quello del “delitto d’onore”, riconducibile per gli investigatori al rifiuto da parte di Saman Abbas di un matrimonio forzato in Pakistan.