Era la notte tra il 30 aprile ed il primo maggio scorso quando Saman Abbas fu vista viva per l’ultima volta. Secondo la ricostruzione avanzata dalla trasmissione Ore 14, la giovane pakistana uscì di casa insieme ai genitori: i tre si sarebbero diretti verso il vialetto di fronte, sulle spalle Saman ha uno zainetto. E’ passata da poco la mezzanotte. Il padre ha un cellulare in mano e mentre stanno camminando cerca di avvicinarsi alla figlia ma la moglie lo trattiene. Le due donne si inoltrano nel viale uscendo dall’inquadratura della telecamera, mentre il padre rimane visibile. Due minuti dopo i genitori rientrano in casa ma senza Saman.
Tracce di Saman Abbas vengono cercate anche nella lettera anonima che avrebbe dato indicazioni abbastanza inquietanti su dove sarebbe stato gettato il corpo della giovane. Nella missiva si parla di una valle, chiamata Bagna, anche se gli inquirenti non la considerano pienamente attendibile dal momento che la zona sarebbe già stata ampiamente battuta in passato senza alcun elemento utile. Adesso però, come spiegato dall’inviata di Ore 14, l’intento degli inquirenti è cercare le impronte digitali sulla lettera, le quali potrebbero portare al mittente.
Saman Abbas è ancora viva? Bruzzone “nessuna speranza”
Dietro la lettera anonima su Saman Abbas potrebbe esserci solo la mano di un mitomane? E’ questo il dubbio degli inquirenti che indagano al caso. Rispetto all’ipotesi che Saman possa essere viva, magari segregata da qualche parte, la criminologa Roberta Bruzzone, in collegamento con la trasmissione di Rai2 si è detta tutt’altro che speranzosa: “Nulla mi lascia ipotizzare questo perché già il fatto stesso di aver progettato la fuga come parte integrante del piano criminale mi lascia ampiamente ipotizzare che non vi fosse nessun ostaggio a cui badare”.
Nel corso della trasmissione sono emerse le prime indiscrezioni sul contenuto della conferenza stampa da parte della procura di Pavia che ha confermato poi, poco più tardi, l’arresto dello zio della vittima, Danish Hasnain, a Parigi questa mattina. L’uomo era alla periferia di Parigi, in Francia, fermato grazie alla polizia francese in collaborazione con i carabinieri di Reggio Emilia che già da giorni lo stavano controllando.