I genitori di Saman Abbas, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, continuano a sfuggire alle domande e al pressing della giustizia che, il prossimo febbraio, li porterà a processo a Reggio Emilia come imputati insieme ad altri 3 parenti (arrestati) per la scomparsa della 18enne. Secondo la Procura italiana, la ragazza sarebbe stata uccisa nel contesto familiare, punita con la morte secondo un piano che vedrebbe la complicità del padre e della madre per essersi opposta al matrimonio combinato con un cugino in Pakistan. Lo stesso Paese che ora, sordo da mesi davanti alle reiterate istanze delle autorità italiane, non risponderebbe alla richiesta di estradizione che condurrebbe i genitori di Saman alla sbarra.



Shabbar Abbas e Nazia Shaheen – secondo il loro avvocato “non dovrebbero essere processati” – risulterebbero ancora latitanti e in un video, dopo il loro ritorno in patria, il padre di Saman Abbas apparirebbe tranquillo e assolutamente libero di muoversi in città. Nessuno, secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, lo cercherebbe. È il ritratto di una cornice di “impunità” che arriva dritto alle cronache italiane e lascia aperti molti interrogativi sull’orizzonte giudiziario prossimo ad aprirsi a carico dei familiari della 18enne scomparsa a Novellara. Di Saman Abbas non c’è più traccia dalla notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 e soltanto 3 delle persone indagate per la sua morte – lo zio di Saman Abbas (indicato dal fratello minore della ragazza quale esecutore materiale dell’omicidio) Danish Hasnain, e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq – sono state arrestate. Quarto Grado torna a occuparsi del giallo nella nuova puntata su Rete 4.



Saman Abbas: i genitori protetti in Pakistan?

Sarebbe questo uno dei sospetti intorno alla posizione di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman Abbas attualmente in Pakistan e imputati, dal prossimo febbraio, nel processo che dovrebbe vederli alla sbarra – accusati di omicidio – con i tre parenti finora arrestati. Senza una svolta, con i coniugi liberi di circolare in patria e nessuna risposta del Paese alla richiesta di estradizione avanzata dall’Italia, il padre e la madre di Saman non compariranno davanti ai giudici italiani.

Un video mostrato recentemente da Quarto Grado, che torna sul caso nella puntata del 7 ottobre, ritrarebbe Shabbar Abbas impegnato a sfilare tra le vie di una città pakistana in occasione di una festa religiosa, una folla di persone al seguito quasi a indicare che il suo ruolo, all’interno della comunità, sia di particolare rilievo. Quale sia l’esatto tenore di quelle sequenze non è chiaro, diversamente da quanto emerso sull’attuale situazione: le autorità pakistane non avrebbero mosso alcuna pedina nei confronti dei coniugi, e ancora oggi i genitori di Saman sembrano sfuggire alle maglie della giustizia. Il loro legale, Simone Servillo, ai microfoni di Ore 14 aveva già precisato che i genitori di Saman Abbas, secondo la difesa, “non dovrebbero essere processati”. L’avvocato ha chiesto massima cautela nella lettura delle intercettazioni recentemente attribuite dalle cronache al padre e alla madre di Saman Abbas: secondo Servillo, occorre prima capire chi ha parlato e cosa sia stato detto realmente in alcuni passaggi delle telefonate in pakistano riportate dai media.