Mentre di Saman Abbas, ragazza di origini pachistane di appena 18 anni, non si hanno notizie dallo scorso 30 aprile, in queste ore è spuntata una lettera anonima in grado di far rabbrividire chi la legge. Poche righe, inviate alla redazione del quotidiano “Il Resto del Carlino”, che potrebbero tuttavia rappresentare una svolta fors’anche definitiva nella complessa attività d’indagine condotta sino a questo momento.



Riportiamo di seguito il contenuto della missiva: “Se volete trovare Saman Abbas, dovete cercarla nella zona chiamata Bagna, nelle valli tra Novellara e Guastalla. È stata buttata in acqua, tagliata a pezzi per farla mangiare dai pesci e dagli animali”. Frasi terribili, che lasciano presagire il peggio, indicando con precisione il luogo nel quale sarebbe stato occultato il corpo della giovane. Come rivelano i colleghi della testata giornalistica destinataria di tale lettera, quest’ultima è stata immediatamente consegnata agli investigatori, i quali avranno adesso il compito di effettuare le doverose e immancabili verifiche circa l’attendibilità del testo.



SAMAN ABBAS, LETTERA ANONIMA. I CARABINIERI: “NON ABBIAMO TRASCURATO NULLA”

Peraltro, nella giornata di venerdì 17 settembre 2021, il comandante provinciale dei carabinieri, Cristiano Desideri, ha dedicato una parte della conferenza stampa di commiato proprio al caso di Saman Abbas. È stato proprio “Il Resto del Carlino” a riportare i passaggi salienti del suo discorso: “Le attività investigative proseguono in modo attivo al massimo livello. Ciò significa che, esaurita la fase investigativa maggiormente orientata alla ricerca del corpo della ragazza, ora l’attività di indagine ha assunto una natura diversa. Non meno importante e, soprattutto, non meno intensa anche se lontana dalle luci dei riflettori e senza quell’impatto mediatico avuto nei mesi scorsi. Abbiamo indicatori che ci fanno ritenere altamente probabile la presenza all’estero dei vari autori di questo delitto”.



Per ciò che concerne le segnalazioni pervenute, ne sono state ricevute “di ogni tipo e di ogni sorta di contenuto. Non ci siamo mai permessi di scartarne una. Non abbiamo trascurato nulla, né abbiamo sottovalutato alcunché. Anche laddove qualcuno diceva di ‘sentir’ qualcosa. Ma, a tutt’oggi, il corpo di Saman non c’è ed è per noi una sorta di imperativo morale, nei limiti delle nostre possibilità, arrivare al suo ritrovamento. Abbiamo sufficienti elementi per ritenere che lei sia morta. Questo è il quadro e da questo non ci discostiamo”.