Le incognite sulla sorte giudiziaria del padre di Saman Abbas, Shabbar, sembrano moltiplicarsi. Poche ore fa, dal Pakistan – dove era attesa un’udienza chiave per l’eventuale estradizione dell’uomo in Italia (ad aspettarlo il banco degli imputati per l’omicidio della figlia) – è giunta la notizia di un nuovo rinvio per l’ennesimo cavillo che potrebbe precludere l’orizzonte di un trasferimento del genitore della 18enne in Italia. Shabbar Abbas si sarebbe presentato in aula a Islamabad, davanti al giudice chiamato a vagliare la sua posizione rispetto alle contestazioni italiane, ma l’assenza di un funzionario dell’agenzia investigativa pakistana avrebbe prodotto l’effetto di un ulteriore slittamento.
Il prossimo appuntamento in tribunale sarebbe stato fissato al 19 gennaio, quando saranno trascorsi 9 giorni dal termine dei 2 mesi che, secondo l’ordinamento del Paese, si attiva dopo il fermo e riguarda la tempistica di una decisione sull’estradizione di un cittadino pakistano. Tale termine, ha spiegato a Ore 14 l’avvocato Saverio Macrì, “è ordinatorio e non preclude” la possibilità che il padre di Saman Abbas venga estradato, ma al netto di ogni ipotesi resta un sospetto: l’assenza di una volontà politica di rimettere Shabbar Abbas al giudizio delle autorità italiane.
Saman Abbas: cosa succede sul fronte estradizione e le parole di Shabbar sulla moglie
Tra gli interrogativi su quanto il Pakistan farà o non farà in merito alle accuse mosse a carico dei genitori di Saman Abbas (la madre della giovane uccisa a Novellara, Nazia Shaheen, è ancora latitante) resta forte il dubbio che i coniugi possano godere di una forma di protezione capace di tenerli per sempre al riparo dal processo per il delitto che si aprirà a Reggio Emilia il prossimo 10 febbraio (imputati anche altri tre parenti della vittima, tutti arrestati all’estero e consegnati all’Italia nei mesi successivi all’omicidio: lo zio Danish Hasnain, indicato dal fratello minore della 18enne quale esecutore materiale del delitto, e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq). Il padre della 18enne, poche ore fa, avrebbe risposto così al giudice che gli chiedeva conto della localizzazione della moglie: “Sono in prigione, non ne so nulla“.
Saman Abbas è scomparsa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021. Per gli inquirenti italiani, uccisa e fatta sparire nel tessuto di un piano premeditato dalla famiglia che l’avrebbe “punita con la morte” per essersi opposta a un matrimonio combinato in patria. Il cadavere della ragazza è stato ritrovato dopo oltre un anno a poche centinaia di metri dall’abitazione in cui viveva con i genitori e il fratello, sepolto sotto un metro e mezzo di terra in un casolare diroccato. Le analisi per accertare le cause del decesso sono ancora in corso, mentre il tempo utile per l’estradizione del padre si contrae inesorabilmente.