Il processo a carico dei genitori di Saman Abbas, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, “non sia dovrebbe neanche celebrare“. Ne è convinto l’avvocato italiano che li difende nell’ambito dell’inchiesta sul presunto omicidio della 18enne, Simone Servillo, intervenuto a Ore 14 dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni del padre e della madre in cui spunterebbe la presunta confessione del delitto. Entrambi sono destinatari di un mandato di arresto internazionale che pende sulle loro teste da mesi, ma continuano a essere irreperibili dopo la fuga in Pakistan avvenuta nell’immediatezza della scomparsa della figlia.
Le tracce della 18enne si sono perse a Novellara (Reggio Emilia), dove la loro famiglia viveva e lavorava, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 e da allora non è mai stata ritrovata. Secondo la Procura del capoluogo emiliano, la ragazza sarebbe stata uccisa nel contesto familiare per essersi opposta a un matrimonio combinato con un cugino in patria. I genitori di Saman Abbas sono indagati con altri 3 parenti: lo zio di Saman Abbas indicato dal fratello minore della ragazza quale esecutore materiale dell’omicidio, Danish Hasnain, e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Questi ultimi tre sono stati arrestati dopo serrate ricerche all’estero, fermati dalle autorità tra Francia e Spagna. Per il legale che difende i genitori di Saman Abbas nel procedimento aperto in Italia, entrambi potrebbero non essere a conoscenza del fatto che, dal prossimo febbraio, saranno imputati insieme ai familiari per la morte della figlia.
Saman Abbas, parla l’avvocato dei genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen
Intervenuto ai microfoni di Ore 14, programma condotto da Milo Infante su Rai 2, l’avvocato Simone Servillo ha spiegato le ragioni per cui il processo a carico dei suoi assistiti Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, genitori di Saman Abbas, non dovrebbe neppure aprirsi. Nonostante il rilievo mediatico della vicenda e dei recenti sviluppi – due presunte intercettazioni degli indagati in cui spunterebbe la confessione del padre di Saman Abbas in merito al delitto contestato dalla Procura di Reggio Emilia -, il legale non ha ricevuto alcun contatto da loro e per questo fa una riflessione: “Questo è una riprova che, con ogni evidenza, non vi è la dimostrazione che queste due povere persone siano a conoscenza del processo che li riguarda. Quindi, dal mio personale punto di vista, questo processo non si dovrebbe neanche celebrare nei confronti dei coniugi Abbas“.
Sulla posizione di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen pende una rogatoria internazionale per l’estradizione in Italia, ma secondo quanto trapelato le autorità pachistane li starebbero “proteggendo” e la procedura non potrà concludersi con successo. Secondo l’avvocato della coppia, non vi è prova alcuna della loro consapevolezza di essere sottoposti a processo per l’omicidio di Saman Abbas: “Ci vuole una relata di notifica e questo manca clamorosamente – ha sottolineato Servillo a Ore 14 -. È una situazione, sotto un certo profilo, fortemente analoga a quella di un caso ancora più conosciuto, quello di Giulio Regeni, in cui i giudici hanno ritenuto evidentemente non potersi dare per assodato che gli imputati fossero a conoscenza del processo a loro carico (…)“.
Genitori di Saman Abbas intercettati, il legale chiede cautela sulla traduzione
Lo stesso avvocato Servillo ha poi affrontato il tema delle intercettazioni, emerse poche ore fa, in cui prima il padre di Saman Abbas, Shabbar, poi la madre, Nazia Shaheen, in alcune conversazioni farebbero discorsi ascrivibili al contesto di un delitto consumato in famiglia. Anche in questo caso, il legale dei coniugi invita alla cautela: “Sono degli stralci di brogliacci riportati in una informativa, che è un atto tutto tranne che imparziale, poi parliamo di stralci di brogliacci con virgolettati, cioè frasi estrapolate da un contesto oltretutto che riguarda la trascrizione di intercettazioni avvenute con ogni probabilità in dialetto pachistano. Bisogna vedere cosa effettivamente si sono detti e se la traduzione è corretta, così come il contesto, bisogna vedere se quelle frasi erano in senso figurativo oppure se erano da intendersi letteralmente. Bisogna anche sincerarsi che a parlare fosse effettivamente Shabbar Abbas…“.
Poche ore fa, il caso di Saman Abbas ha avuto un nuovo accento di clamore con la pubblicazione di alcuni stralci di intercettazione in cui padre e madre farebbero riferimenti sospetti. In una, Shabbar Abbas avrebbe addirittura confessato l’omicidio della 18enne a un parente dicendo, senza mezzi termini, le seguenti parole: “Ho ucciso mia figlia“. Si tratterebbe di una intercettazione del giugno 2021, un mese dopo la scomparsa di Saman Abbas, e il 31 agosto successivo la madre Nazia, parlando all’altro figlio, avrebbe pronunciato un’altra frase dai riflessi potenzialmente degni di interesse investigativo: “Io e tuo padre siamo morti sul posto…“. Il loro avvocato, Simone Servillo, non ha dubbi: prima di gridare alla confessione, occorre verificare anzitutto che quanto tradotto sia esatto.