Lo zio paterno di Saman Abbas è arrivato in Italia. Estradato, Danish Hasnain è atterrato alle ore 12:54 all’aeroporto Marconi di Bologna con un volo militare decollato in mattinata da Parigi. Al termine delle formalità di rito il 34enne è stato portato in carcere a Reggio Emilia. La Procura e i carabinieri lo accusano di essere, in concorso con altri familiari, l’esecutore materiale dell’omicidio della nipote, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara dal 30 aprile e ritenuta morta.
A riportare in Italia lo zio, che avrebbe compiuto il delitto per il no della ragazza ad un matrimonio combinato, è stato il personale del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (S.C.I.P.), articolazione operativa del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con un volo di Stato partito dall’aeroporto Charles de Gaulle. Vestito con jeans e giacca grigia, Danish Hasnain è stato prelevato dai militari del Nucleo investigativo di Reggio Emilia dall’aeroporto e nei prossimi giorni sarà interrogato.
SAMAN ABBAS, ATTESO INTERROGATORIO ZIO
Quando il Falcon 900 dell’Aeronautica militare è atterrato all’aeroporto di Bologna, a bordo pista erano presenti anche agenti di Polizia e Guardia di Finanza, insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Emilia. Questi ultimi si sono occupati del trasferimento in carcere, dove Danish Hasnain sarà custodito in attesa di essere ascoltato in udienza dai magistrati che stanno indagando sulla scomparsa di Saman Abbas. Dopo quasi cinque mesi di latitanza, lo zio della giovane era stato localizzato e arrestato alla periferia di Parigi il 22 settembre 2021.
Davanti alla giudice della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello dichiarò: «È tutto falso», rifiutando la richiesta di estradizione. Il 5 gennaio scorso, dopo un’opposizione lunga tre mesi, ha accettato l’estrazione affermando: «Non mi oppongo, non serve a niente che io resti qui». Ma a suo carico c’è il video del 29 aprile in cui è ritratto con due cugini della ragazza mentre esce dal casolare di Novellara con attrezzi da lavoro, tra cui una pala. Quindi, l’ipotesi degli inquirenti è che stessero andando a scavare la tomba della giovane, materialmente assassinata dallo zio il giorno dopo, sempre secondo quanto sostiene l’accusa.