Il padre di Saman Abbas avrebbe assistito all’omicidio della figlia. A raccontarlo sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, le cui confidenze sono state riportate da due detenuti del carcere di Reggio Emilia. Si tratta, riferisce il Resto del Carlino, di un detenuto marocchino che avrebbe parlato direttamente con lo zio della ragazza di 18 anni, scomparsa nel maggio 2021 dal comune di Novellara e di cui furono ritrovati i resti nel novembre 2022, e di un tunisino che invece avrebbe solo ripreso il racconto del marocchino, diventato amico di Hasnain nella quarta sezione del penitenziario. I verbali delle testimonianze rese davanti al procuratore capo di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci, sono stati depositati dalla procura nel fascicolo del processo e sono, quindi, a disposizione delle parti.
I testimoni hanno riferito che lo zio di Saman Abbas avrebbe raccontato che tutti i membri della famiglia erano presenti all’omicidio. Il padre Shabbar e la madre Nazia avrebbero visto lo zio che spezzava il collo alla ragazza, tenuta ferma a faccia in giù. Uno dei due avrebbe detto che il padre avrebbe avuto un ruolo attivo nel delitto, tenendo ferma la ragazza per i piedi mentre fumava. Le testimonianze, dunque, divergono in alcuni punti. In uno dei verbali il padre avrebbe tenuto la mano della figlia mentre moriva, nell’altra versione fumava. Secondo una delle due testimonianze, la madre avrebbe tenuto il polso della figlia a terra. È emerso anche che Saman Abbas, prima di essere uccisa, in un suo ultimo tentativo di salvarsi, «avrebbe detto: sposo chi volete».
OMICIDIO SAMAN ABBAS, SPUNTA IL MOVENTE ECONOMICO
Per quanto riguarda il movente, non sarebbe il delitto d’onore, ma economico. Il cugino promesso sposo in Pakistan avrebbe garantito 15mila euro al padre di Saman Abbas per prenderla in moglie e poter arrivare in Italia col ricongiungimento familiare. Una volta arrivato in Italia, l’obiettivo era avviare una catena, con altre persone, di matrimoni combinati per soldi, così da ottenere permessi di soggiorno. Lei avrebbe potuto anche divorziare dopo l’arrivo del cugino, quel che contava era avviare un sistema che avrebbe generato un giro d’affari importante per la famiglia. Il rifiuto della figlia ha fatto sfumare l’affare ai genitori, da qui l’idea, poi messa in atto, dell’omicidio.
I preparativi del delitto sarebbero andati avanti per circa dieci giorni. Inoltre, c’era pure un piano alternativo per disfarsi del cadavere di Saman. C’era, infatti, l’ipotesi di farlo a pezzi per spargerne i resti nei fiumi della campagna di Novellara. Le testimonianze sono, comunque, al vaglio della procura, che dovrà valutarne l’attendibilità. Va precisato che sono confidenze riportate, frasi de relato, su cui saranno appunto svolte tutte le verifiche ma che potrebbero essere sentite in aula nelle prossime udienze, quando verranno ascoltati i due detenuti.