Il fidanzato di Saman Abbas, Saqib Ayub, teme per la sua vita e per quella della sua famiglia rimasta in Pakistan. Esposta, a suo dire, alle reiterate minacce da parte dei parenti della 18enne uccisa a Novellara nel 2021. Il giovane ha parlato nuovamente davanti alle telecamere di Quarto Grado per sottolineare il suo punto di vista sulla presunta rete di protezione di cui il padre di Saman, Shabbar Abbas, godrebbe in patria. Uno “scudo” che gli consentirebbe di scampare alla giustizia italiana – che lo vorrebbe a processo a Reggio Emilia imputato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere insieme ad altri quattro familiari – e di lanciare altri strali al suo indirizzo avanzando persino il sospetto di un coinvolgimento del giovane nella morte della figlia.
Le paure di Saqib non sono affatto finite con l’arresto di tre dei cinque parenti di Saman accusati a vario titolo del delitto. Si tratta di Danish Hasnain, zio della vittima indicato dal fratello minore della stessa quale esecutore materiale dell’omicidio, e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Il padre della ragazza è ancora in patria, in attesa di una decisione del giudice di Islamabad sulla sua eventuale estradizione, mentre la madre di Saman, Nazia Shaheen, è latitante dal giorno del suo arrivo nel Paese d’origine (il 1° maggio 2021, all’indomani della scomparsa della figlia).
Il fidanzato di Saman ha paura e accusa: “Shabbar potente e pericoloso, protetto in Pakistan”
Il fidanzato di Saman sostiene che i continui rinvii dell’udienza per l’estradizione di Shabbar Abbas siano frutto della protezione di cui l’uomo, accusato in Italia del delitto della figlia insieme ad altri quattro parenti tra cui la moglie, godrebbe in patria. Shabbar Abbas è ancora in Pakistan e, dopo il no al rilascio su cauzione chiesto dalla difesa, aspetta di sapere se sarà estradato per essere processato in Italia. La decisione del giudice di Islamabad è stata rinviata quasi venti volte e cresce il sospetto che il padre di Saman riesca a sfuggire al giudizio che lo attende a Reggio Emilia.
Saqib non ha dubbi sullo “scudo” che tutelerebbe il padre di Saman nel suo Paese d’origine: “Il processo è rinviato perché Shabbar ha conoscenze in tribunale. È un uomo potente e pericoloso. Se lui è innocente perché scappa e non viene in Italia? L’unica preoccupazione che ho è la mia famiglia, che nel mio Paese è in pericolo. Ancora Shabbar non ha fatto niente, ma dopo dieci anni non dimenticherà mai di vendicarsi“. Saqib, attraverso il suo avvocato Claudio Falleti, ha chiesto più volte aiuto alle autorità perché i suoi parenti siano trasferiti in Italia e possano così proteggersi dalle minacce della famiglia di Saman. Richieste che, come sottolineato dall’avvocato del giovane, sarebbero cadute sempre nel vuoto.