Il processo per l’omicidio di Saman, la 18enne pakistana uccisa a Novellara (Reggio Emilia) nel 2021, prosegue. Imputati i parenti della ragazza, genitori, uno zio e due cugini, mentre si attende in aula l’arrivo di un testimone chiave. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, la prossima udienza del 14 aprile vedrà l’intervento dell’amico della giovane, un cittadino afghano che l’avrebbe accolta in Belgio dopo la sua fuga di casa nel 2020. Sarebbe lo stesso a cui Saman confessò il piano della famiglia per costringerla ad un matrimonio combinato in Pakistan.



L’amico di Saman avrebbe denunciato le nozze forzate alle autorità belghe, e la sua testimonianza potrebbe essere uno dei cardini principali dell’accusa a carico di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre di Saman, dello zio della 18enne, Danish Hasnain, e dei cugini della vittima Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Alla sbarra nel processo che si è aperto a Reggio Emilia il 10 febbraio scorso sono arrivati soltanto questi ultimi tre, mentre la posizione dei genitori di Saman è ancora in un “limbo” su cui peseranno le mosse del Pakistan: Shabbar ancora in attesa di decisione del giudice di Islamabad sulla sua eventuale estradizione (chiesta dalle autorità italiane), Nazia latitante dal giorno in cui sarebbe tornata in patria (il 1° maggio 2021) all’indomani della scomparsa della figlia. La donna non sarebbe attualmente ricercata dalla polizia del suo Paese e molti credono che possa scampare al giudizio che la attende in Italia.



L’amico di Saman testimone chiave nel processo a carico dei parenti della 18enne

La prossima udienza del processo per la morte di Saman Abbas si terrà il 14 aprile ed è quella, secondo il Corriere della Sera, la data in cui uno dei testimoni chiave per l’accusa potrebbe fornire un contributo prezioso in aula. È atteso infatti per quel giorno l’arrivo dell’amico di Saman dal Belgio, il giovane afghano che l’avrebbe ospitata nel 2020 dopo la prima fuga della ragazza. Stando a quanto emerso, a lui avrebbe rivelato che i genitori, Shabbar e Nazia, avrebbero voluto costringerla a sposare un cugino in patria.



Raccolta la confidenza, il ragazzo avrebbe deciso di sporgere denuncia alla polizia belga innescando così l’avvio di un primo intervento dell’Interpol. Nelle prossime ore, intanto, in Pakistan si dovrebbe tenere una nuova udienza davanti al giudice di Islamabad per decidere le sorti del padre di Saman, il quale avrebbe accettato di presenziare a distanza al processo tramite videocollegamento. Il 7 aprile scorso si sarebbero inoltre conclusi i rilievi dei carabinieri e le attività investigative connesse nel casolare teatro del ritrovamento del cadavere di Saman, e ora non ci sarebbe più il presidio permanente sul luogo che fu disposto 5 mesi fa a margine della scoperta del corpo. Nello stabile, che resta sotto sequestro, scrive Ansa, sarebbero stati prelevati altri due quintali di terra per le analisi dei periti incaricati dal giudice.