Spunta un’altra intercettazione nel giallo di Saman Abbas, la 18enne scomparsa a Novellara (Reggio Emilia) nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 e mai ritrovata. Dopo le parole del padre della ragazza, Shabbar Abbas – che in una conversazione telefonica con un parente avrebbe confessato di averla uccisa -, emerge un altro elemento importante che riguarderebbe la moglie dell’uomo e madre della vittima, Nazia Shaheen. “Io e tuo padre siamo morti” avrebbe detto la donna all’altro figlio, il minore che avrebbe indicato in uno zio di Saman, Danish Hasnain, l’esecutore materiale del delitto con la complicità dei genitori e di altri due parenti, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
Il padre e la madre di Saman continuano a sfuggire alla giustizia italiana a pochi mesi dall’avvio del processo per il caso Saman, previsto per il prossimo febbraio, in cui compariranno, nella veste di imputati, i tre parenti predetti finora arrestati. Tra le carte dell’inchiesta per l’omicidio – secondo la Procura di Reggio Emilia, Saman sarebbe stata uccisa nell’ambito familiare per essersi opposta a un matrimonio combinato in Pakistan -, come riporta Ansa, spicca proprio il dialogo intercettato tra la madre della 18enne e il fratello di quest’ultima. Parole che sarebbero state pronunciate a fine agosto 2021, pochi mesi dopo la scomparsa della giovane.
Madre di Saman intercettata: “Io e tuo padre siamo morti…”
“Io e tuo padre siamo morti sul posto“. Queste sono le parole che Nazia Shaheen, madre di Saman Abbas, avrebbe detto all’altro figlio in una conversazione via WhatsApp del 30 agosto 2021, quattro mesi dopo la scomparsa della 18enne di cui si sono perse le tracce tra il 30 aprile e il 1° maggio a Novellara. La frase in questione risulterebbe estrapolata da un dialogo innescato dal contatto del ragazzo – minorenne ora affidato a una comunità protetta – verso l’utenza pachistana usata dai genitori durante le prime fasi della fuga dopo il delitto.
Nel parlare con la madre Nazia Shaheen, il ragazzo farebbe riferimento a due parenti (non indagati) che riterrebbe responsabili morali per aver istigato il padre Shabbar a pianificare l’omicidio. La donna cercherebbe di placare la rabbia del giovane invitandolo a ignorarli, ma il fratello di Saman sottolineerebbe un aspetto: a suo dire, riporta ancora l’agenzia di stampa, i due parenti avrebbero chiaramente detto al padre della 18enne come comportarsi per annientare la sua ribellione alle nozze forzate: “Se era mia figlia, anch’io facevo così con lei. Io non ho dimenticato niente. Li raddrizzerò questi due“. A questo punto della conversazione, Nazia Shaheen direbbe quanto segue: “Tu non sai di lei? Davanti a te a casa… noi siamo morti sul posto (…). Anche di lei non è che non sai, da costretti è successo quello che è successo, anche tu lo sai, figlio mio non sei bambino, sei giovane anche e comprendi tutte le cose“.