L’estradizione di Shabbar Abbas, padre di Saman, è un orizzonte sempre più lontano. È questa la considerazione che emerge all’esito dei continui rinvii della decisione che il Pakistan è chiamato a pronunciare sulla richiesta delle autorità italiane, convinte di un coinvolgimento dell’uomo nell’omicidio della 18enne avvenuto a Novellara (Reggio Emilia) nel 2021. Il padre di Saman è ancora in patria come la madre della ragazza, Nazia Shaheen, sulla cui posizione incombono interrogativi ancora più grandi alla luce del suo mancato ritrovamento. La donna, partita alla volta del Paese d’origine insieme al marito all’indomani della sparizione della figlia, non è stata ancora rintracciata e risulta latitante. Ma c’è di più: secondo alcune indiscrezioni, nessuno si starebbe occupando di trovarla in quei luoghi.
Il 31 gennaio, il giudice di Islamabad che ha in mano le carte su Shabbar Abbas dovrebbe inoltre decidere se accogliere l’istanza di rilascio su cauzione avanzata dal legale dell’uomo, e aumenta il rischio che lui e sua moglie non arrivino alla sbarra nel processo italiano che li vedrebbe imputati con tre parenti dal prossimo 10 febbraio (lo zio della ragazza, Danish Hasnain, presunto esecutore materiale dell’omicidio, e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti arrestati). L’avvocato Nicodemo Gentile, dell’Associazione Penelope, ai microfoni di Giallo parla di una “beffa” oltre al dannno: lo spettro dell’impunità che aleggia intorno ai genitori di Saman morde le cronache con maggiore insistenza nonostante gli sforzi compiuti finora dalle autorità italiane. Sforzi che, secondo Gentile, dovrebbero essere intensificati.
Saman, l’avvocato Nicodemo Gentile sull’estradizione del padre: “Oltre al danno, la beffa”
L’avvocato Nicodemo Gentile torna sulla questione spinosa di Saman Abbas e dei suoi genitori, al momento ancora in Pakistan nonostante l’imminente apertura del processo a Reggio Emilia, fissata per il 10 febbraio, che dovrebbe vederli imputati con gli altri tre parenti già arrestati per il delitto della 18enne. A carico dei cinque membri della famiglia, pesantissime accuse che vanno dall’omicidio volontario all’occultamento di cadavere. Il corpo di Saman, secondo gli inquirenti uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato, è stato ritrovato oltre un anno dopo la scomparsa, sepolto sotto quasi due metri di terra tra le macerie di un casolare diroccato a Novellara. E ora che si conosce la sua atroce fine, secondo Gentile oltre al danno arriva la “beffa” di non poter portare il padre e la madre davanti ai giudici per rispondere di quanto sarebbe loro contestato.
“Oltre all’atroce morte di una ragazza ‘colpevole’ solo di volere la sua libertà – ha sottolineato l’avvocato, come riporta Giallo –, c’è anche la beffa di una giustizia, quella pakistana, che continua a ritardare la possibilità di avere in Italia l’uomo che, secondo l’ipotesi accusatoria, ha ‘gestito’ questa vicenda orribile. Sicuramente il padre di Saman non sarà in Italia quando inizierà il processo per la morte della figlia. Questi continui slittamenti devono spingere l’Italia a intensificare al massimo l’attività diplomatica per ottenere un’estradizione che si sta rivelando molto complessa e difficile“.