Via libera al funerale di Saman Abbas, la 18enne uccisa a Novellara nel 2021 per il cui omicidio è imputata parte della sua famiglia. La restituzione della salma della ragazza, uccisa nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, è stata disposta poche ore fa dalla Corte d’Assise del capoluogo mentre prosegue il processo a carico del padre Shabbar Abbas, dello zio Danish Hasnain e dei cugini della vittima Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Unica assente a giudizio la madre della giovane, Nazia Shaheen, tuttora latitante in Pakistan.
Secondo l’accusa, Saman sarebbe stata assassinata nel contesto di un omicidio premeditato in famiglia per punirla della sua resistenza al matrimonio forzato con un altro cugino in patria. Uno scenario da sempre rigettato dagli imputati ma su cui graverebbero le dichiarazioni del fratello minore della giovane, il quale avrebbe indicato in Hasnain l’esecutore materiale del delitto con la complicità dei parenti, poi finiti alla sbarra, determinati a lavare con il sangue l’affronto di una “ribellione” della 18enne al volere del clan. Dal Pakistan, in costanza della sua latitanza la madre di Saman avrebbe fatto pressioni sul secondo figlio per impedirgli di svelare dettagli che avrebbero potuto inchiodare il gruppo.
Via libera al funerale di Saman, uccisa a Novellara nel 2021
Il nulla osta della Corte di Assise di Reggio Emilia alla restituzione della salma di Saman consentirà così di organizzare il funerale della giovane, mentre il processo a carico dei parenti prosegue davanti ai giudici emiliani. La 18enne pakistana sparì la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 dalla casa di Novellara in cui viveva con i genitori, Shabbar e Nazia, e il fratello minore poi diventato testimone chiave dell’accusa a carico della famiglia imputata dell’omicidio. Secondo gli inquirenti, Saman sarebbe stata uccisa la sera stessa e il corpo fu ritrovato dopo oltre un anno, a poche centinaia di metri dal teatro della scomparsa, sepolto in una fossa scavata tra le macerie di un casolare abbandonato. Una buca che, stando a quanto evidenziato dai consulenti della Procura, sarebbe stata predisposta in almeno sei momenti diversi, portando così a delineare il profilo della premeditazione nella costellazione di aggravanti prospettata in sede processuale.
Il via libera alle esequie arriva a conclusione degli accertamenti sul cadavere. In merito alle dichiarazioni rese dal fratello della vittima, la Procura per i minorenni di Bologna, riporta Ansa, avrebbe sottolineato la fortissima pressione psicologica subita dai genitori per farlo tacere. Assenti elementi per ipotizzare un suo coinvolgimento nell’omicidio e nella soppressione del cadavere della sorella, della quale avrebbe chiesto insistentemente notizie alla madre dopo la fuga dei genitori in Pakistan ottenendo dalla donna rassicurazioni sul fatto che presto li avrebbe raggiunti.