La fine della vita terrena di Samantha D’Incà sembra purtroppo essere sempre più vicina: «Si può staccare la spina. Nelle condizioni in cui versa, il nostro parere è quello di non proseguire con l’accanimento terapeutico», così si espresso il Comitato Etico dell’Ulss Dolomiti di Belluno nel parere inviato al giudice tutelare, su richiesta della famiglia della ragazza 30enne in coma vegetativo da un anno dopo una caduta e un conseguente intervento alla gamba.
Si attende ora la prossima udienza in Tribunale dove il giudice tutelare dovrà prendere la decisione ultima: se autorizzare o meno l’amministratore di sostegno di Samantha per l’interruzione dei trattamenti terapeutici che al momento la tengono in vita. «Le condizioni di Samantha D’Incà sono oramai irrecuperabili e quindi va evitato ogni accanimento terapeutico anche negando, in caso di complicazioni, alcuni interventi salvavita eccessivamente invasivi», queste le conclusioni rilanciate dal “Corriere della Sera Veneto” rispetto alle conclusioni del Comitato Etico.
LA MAMMA DI SAMANTHA: LASCIAMOLA IN PACE PER SEMPRE
«Nostra figlia è come Eluana Englaro», continuano a ripetere i genitori D’Incà, citando le parole riferite da Samantha negli anni scorsi, «non voglio mai finire come Eluana Englaro». In assenza però di un testamento biologico, è ora il Tribunale di Belluno a dover prendere la decisione più difficile dopo che già negli scorsi mesi il giudice aveva respinto la richiesta della famiglia di nominare il padre come amministratore di sostegno per poter accompagnare alla “dolce morte” l’amata figlia, considerandolo troppo coinvolto nella vicenda. Non solo, il Tribunale aveva anche disposto che si tentasse in ogni modo la riabilitazione della ragazza utilizzando il parere dello stesso luminare che sta curando l’ex campione F1 Michael Schumacher. Per ora il “miracolo” non c’è stato e Samantha non ha migliorato la sua situazione, tanto da tornare in casa di cura a Belluno, con la famiglia che spinge per procedere con il distacco della spina per far concludere le sofferenze della 30enne di Feltre da un anno in coma: «Mi fa male vederla così – racconta il papà ai quotidiani veneti – la muscolatura contratta, il viso sfigurato… Vorrei che le persone che in questi mesi si stanno esprimendo sulla sua sorte, andassero a farle visita. Forse capirebbero che un caso come questo non va affrontato seguendo le norme giuridiche, ma le ragioni del cuore». La madre Genzianella Dal Zot aggiunge, «Ricordo che le raccontai di Eluana Englaro e lei rimase sconvolta: mi disse che quella non era vita e che non avrebbe mai voluto finire in quel modo. Per questo, ora che non può esprimersi, devo essere io a gridare al posto suo».