Il giudice tutelare di Belluno ha deciso: la vita di Samantha D’Incà potrà chiudersi senza un ulteriore accanimento terapeutico che, a giudizio di molti medici, non modificherebbe affatto il corso della sua esistenza, che da un anno a questa parte la vede purtroppo costretta a letto, in una situazione di coma irreversibile. Il via libera è giunto nella mattinata di venerdì 5 novembre 2021, mediante una sentenza di dodici pagine in cui, sostanzialmente, è stato autorizzato il padre della ragazza – il signor Giorgio – a staccare la spina, previo il parere dei medici e la nomina del genitore a tutore della giovane.
Il genitore, che giurerà come amministratore di sostegno della figlia il prossimo 10 novembre, ha accolto così il verdetto: “Finalmente è stata riconosciuta la dignità delle persone”. Sarà quindi un’équipe medica a proporre l’interruzione definitiva dell’alimentazione artificiale. La mamma di Samantha, Genzianella, ha spiegato: “Siamo nel momento più delicato di tutta la vicenda. Non vedo l’ora che questa storia si chiuda e che mia figlia possa trovare la pace che voleva e che merita”.
SAMANTHA D’INCÀ, DALLA ROTTURA DEL FEMORE AL COMA
La storia recente di Samantha D’Incà racconta di un incidente apparentemente non grave, avvenuto a novembre 2020: una caduta nel viale di casa, che ha comportato la frattura del femore per la giovane. Tuttavia, dopo l’operazione, subentrarono alcune complicazioni che la portarono, il 4 dicembre, al coma. Una polmonite prima, poi un’infezione causata da un batterio e un sondino permanente per il nutrimento.
Samantha non aveva mai compilato il proprio biotestamento e così, nonostante la sua famiglia avesse più volte asserito che la sua volontà, espressa più volte in passato, fosse quella di non vivere a tutti i costi, qualora le cure mediche si fossero rivelate inutili, ha preso il via un vero e proprio braccio di ferro sull’argomento. In primis, il comitato etico a fine maggio aveva negato ogni chance di staccare la spina, in quanto i periti dissero che c’erano possibilità che la giovane migliorasse le proprie condizioni di vista. Poi, il 7 ottobre, la nuova perizia da parte di un nuovo comitato etico: stop terapie, la situazione è, purtroppo, irrecuperabile.