Al mistero della scomparsa di Samira El Attar, la mamma di Stanghella di cui non si hanno notizie dallo scorso 21 ottobre, si è aggiunto ora quello riguardante la fuga del marito, Mohamed Barbri, indagato per l’omicidio della moglie e adesso in Spagna. La trasmissione Quarto Grado condotta da Gianluigi Nuzzi ha ricostruito tutte le mosse del marocchino prima della fuga. Il giorno prima di allontanarsi in bicicletta verso Monselice, dove ha preso il pullman che lo ha successivamente portato a Barcellona, Mohamed è stato immortalato da lcune telecamere di videosorveglianza mentre percorreva in bicicletta lo stesso tratto. Stava forse studiando il percorso e i tempi della fuga? Ma c’è di più: l’uomo il 31 dicembre, ovvero il giorno prima di allontanarsi, si era recato dal cugino Azzedine chiedendogli 100 euro in prestito. A cosa gli servivano? Al parente Mohamed ha detto che gli servivano per fare la spesa, ma il biglietto dell’autobus che lo ha portato a Barcellona costava proprio 109 euro. Un ulteriore indizio sul fatto che l’uomo stesse pianificando la propria partenza nei minimi dettagli.



SAMIRA EL ATTAR SCOMPARSA: PROCURATORE CAPO, “PERCHE’ NON ABBIAMO ARRESTATO MOHAMED”

Khalid, fratello di Mohamed, raggiunto telefonicamente da Quarto Grado, ha detto: “Se lui ha fatto qualcosa deve pagare. Il suo cellulare è chiuso, abbiamo provato a chiamare ma non ha risposto. Non sappiamo perché è andato via. Noi ci siamo sentiti l’ultima volta il 26 dicembre. Problemi con Samira? Non me ne ha mai parlato. L’ultima volta che è venuto in Marocco è stato nel 2017 con la moglie e la bambina”. Camillo Ruberto, procuratore capo di Rovigo, ha invece parlato in questi termini della sparizione di Mohamed: “Per capire l’ultimo passaggio bisogna partire dall’inizio: una persona, Samira, è scomparsa e se ne sono perse le tracce. Sono emersi degli indizi nei confronti del marito come possibile autore dell’omicidio della moglie ma questi non hanno mai raggiunto quel livello di gravità tale da giustificare l’adozione di provvedimenti coercitivi. Mohamed sappiamo dove si trova, ma non sappiamo se stia pensando di andare in Marocco”. Il procuratore ha aggiunto in ogni caso che qualora dovessero emergere chiari elementi di colpevolezza per l’uomo, la sua presenza in Nordafrica non costituirebbe un elemento ostativo.

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