E’ stata impiccata all’alba Samira Sabzian, l’ex sposa bambina condannata in Iran alla pena capitale per aver ucciso il marito. Come si legge su vari organi di stampa online, a cominciare da Skytg24, la vittima si era sposata a 15 anni nel 2009, e quattro anni dopo aveva ucciso il marito dopo essere stata vittima di violenza domestica. Era stata quindi arrestata e dopo dieci anni di galera è stata condannata a impiccagione. A darne notizia è l’Ong norvegese Iran Human Rights, secondo cui Samira Sabzian sarebbe stata giustiziata nel carcere di Qeezel Hesar a Karaj. L’esecuzione era prevista il 13 dicembre, poi rinviata di una settimana dopo le proteste della società civile, ma alla fine è stata comunque portata a termine.



La donna aveva due figli ma di fatto non li ha mai visti: “Per la prima volta dopo anni, ha incontrato i suoi figli per un’ultima visita prima della pena di morte”, si legge sul sito dell’ong, ricordando come quest’anno siano state giustiziate ben 18 donne in Iran. “Vittima per anni dell’apartheid di genere, dei matrimoni precoci e della violenza domestica, Samira oggi è stata vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto, un regime che si è sostenuto esclusivamente uccidendo e instillando paura”, il commento sul social network X, ex Twitter, da parte del direttore dell’ong, Mahmood Amiry-Moghaddam. Secondo lo stesso: “Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica Islamica devono essere ritenuti responsabili di questo crimine. Come altre vittime della ‘macchina della morte’ del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili di una società senza voce”.



SAMIRA SABZIAN, GIUSTIZIATA IN IRAN L’EX SPOSA BAMBINA: “HA SOFFERTO IN CARCERE”

E ancora: “Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone che rischiano di diventare vittime della macchina omicida per preservare la sopravvivenza del regime”.

Mozhgan Keshavarz, attivista iraniana compagna di cella di Samira Sabzian, ha aggiunto: “E’ stata vittima della pratica dei matrimoni precoci e ho visto quanto ha sofferto in carcere per il fatto che le è stato negato l’accesso ai suoi figli. Le leggi iraniane consentono matrimoni forzati e precoci dall’età di 13 anni per le bambine, non proteggono le donne dalle violenza domestica e poi le ammazzano quando si ribellano”.