Sampdoria nei guai: rischio fallimento

Ancora un’assemblea degli azionisti vuota per la Sampdoria, la sesta fra dicembre e gennaio. I detentori del pacchetto di maggioranza, gli esponenti della famiglia Ferrero, non si sono presentati neppure ieri. Un’assenza che rende impossibile lo svolgimento della riunione e dunque la ricapitalizzazione prevista all’ordine del giorno. Come sottolinea la Repubblica, i Ferrero non si sono mai visti. Il progetto di un prestito da 35 milioni (da fondi statunitensi) con le azioni della Sampdoria in pegno in caso di non restituzione, era probabilmente un’idea per prendere tempo, non realizzabile.



Sarebbe stato più semplice un progetto con il finanziere Barnaba, il fondo Merlyn e l’appoggio di Edoardo Garrone, il vecchio proprietario. Ferrero avrebbe però perso gratis il club e non lo ha permesso. Il presidente ha impedito al Cda di abbattere il capitale, per evitare un nuovo ok ad una nuova ricapitalizzazione. Nessuna soluzione, dunque, con una situazione insostenibile per i tifosi, ormai rassegnati alla retrocessione: sono solo 9 i punti in 20 gare, a -9 dalla zona salvezza.



Tifosi contro Garrone

La paura più grande per i tifosi della Sampdoria è quella del fallimento. Le possibilità sono varie: della perdita del titolo sportivo, al dover ricominciare dall’inizio dei campionati. Ferrero tiene in “ostaggio” la società, ma in molti danno la colpa a Edoardo Garrone, vecchio prioprietario, che nel 2014 ha di fatto regalato il club dopo averlo ripulito dai debiti, che ora ammontano a 150 milioni. Il rischio è di non poter pagare il 16 febbraio gli stipendi dei giocatori e incorrere in punti di penalizzazione in classifica, come spiega Repubblica.



La famiglia Garrone nel 2019 aveva promesso un intervento qualora la situazione economica fosse precipitata: per questo si sono acuiti negli ultimi giorni i dissidi tra i vecchi proprietari e i tifosi. Striscioni di protesta sono stati esposti nella sede di uno degli uffici dei Garrone e una busta con un proiettile è arrivata nella sede della società blucerchiata. Davanti all’azienda di famiglia dell’ex patron, in uno striscione si legge: “Tu ce lo hai messo, tu ce lo togli”. Garrone è l’ultimo salvagente.