Al via il processo per l’omicidio di Samuel Paty, il professore ucciso in Francia nel 2020 da un estremista islamico. Sul banco degli imputati sono in sei, una ragazza e cinque ragazzi, ancora minorenni. L’accusa per loro è di associazione criminale con l’obiettivo di perpetrare violenze aggravate e calunnia. Ad armare la mano di Abdoullakh Anzorov, terrorista di origine cecena, è stata una bugia. Quella della ragazza, che all’epoca dei fatti era in tera media. Il 6 ottobre 2020 il professore di Storia ed Educazione civica alle Medie di Conflans Saint Honorine, nella banlieue a nord-ovest di Parigi, doveva tenere il corso “Un dilemma: essere o non essere Charlie“, una lezione sulla libertà di espressione. Voleva mostrare in classe alcune vignette che nel 2015 avevano scatenato la furia integralista.



La ragazza raccontò al padre che prima di mostrare «immagini del profeta nudo» il professore aveva chiesto agli alunni musulmani di uscire dalla classe. Inoltre, si sarebbe opposta a questa «ingiustizia» e per questo sarebbe stata espulsa. Il padre andò su tutte le furie. Il giorno dopo, infatti, denuncia Samuel Paty per aver «mostrato in classe materiale pornografico», poi iniziò la campagna di odio sui social, dove venne definito «il prof che attacca l’Islam». Ma quello che raccontò la ragazza era falso. Non c’era in classe quel giorno, aveva firmato la giustificazione per l’assenza da sé e fu sospesa per cattiva condotta. Quindi, voleva nascondere questa sospensione con una bugia.



“SE INDICHIAMO IL PROF, CI DA’ 300 EURO…”

Il padre nel frattempo si presentò davanti alla scuola con un imam radicale, girando un video di accuse contro il professore Samuel Paty, chiamandolo «criminale» e accusandolo di aver offeso Maometto. Quel video divenne virale. Lo vide anche il terrorista ceceno Abdoullakh Anzorov, che decise di vendicarsi. Si presentò davanti alla scuola chiedendo ad un ragazzino di indicargli il docente, promettendogli 300 euro, e se era vero che il professore aveva offeso Maometto. Il ragazzo chiamò l’amica, che ripetè la bugia. Il ragazzo assoldò altri amici: «C’è uno che ci dà 300 euro, se gli indichiamo Paty». Infatti, nel pomeriggio il professore fu indicato da quel ragazzo.



Anzorov pugnalò e decapitò il professore Samuel Paty a 300 metri dalla scuola, prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine. Il ragazzo ai magistrati ha raccontato che non aveva capito, che non voleva, che lui e i suoi amici non avevano mai visto quei soldi tutti insieme. Ora lui e i suoi amici dovranno ripetere la versione ai giudici del tribunale minorile nel processo a porte chiuse che si è aperto ieri. In questi anni hanno cambiato residenza, vanno in altre scuole. Rischiano fino a 2 anni e mezzo di carcere. Il padre della ragazza, l’imam radicale e altri tre complici, invece, rischiano di più, ma saranno processati alla fine del 2024.