Samuel Piermarini è un seminarista di Roma che domenica mattina verrà ordinato sacerdote nella Basilica di San Pietro da parte di Papa Francesco, ma da ragazzino era una grande promessa del calcio ed era stato chiamato da Andrea Stramaccioni nelle giovanili della Roma. Tuttavia Samuel Piermarini ha scelto la vocazione e questa storia particolare ha colpito il Corriere della Sera, che dunque ha intervistato don Samuel pochi giorni prima della sua ordinazione sacerdotale: “Poi è arrivato il giorno che Stramaccioni mi ha detto: d’accordo, sei bravo, ti prendiamo, vieni a firmare. Era da una settimana che facevamo i provini, gli altri candidati e io. La fatica e i sogni di una vita intera, per il ragazzo di diciassette anni che ero, cresciuto con il modello di Buffon, e adesso era fatta: firmavo con gli allievi della Roma, diventava una cosa seria, da non crederci, era il momento di puntare tutto sul calcio”.
Tutto questo successe undici anni fa, ma fu un crocevia decisivo nella vita di Samuel Piermarini: “Ho cominciato a farfugliare scuse un po’ goffe, non so se me la sento, e poi chi mi accompagna agli allenamenti, e intanto c’era il mister imperturbabile che mi guardava con l’aria di chi pensa: ma sei scemo?”.
LA VOCAZIONE DI SAMUEL PIERMARINI, EX PROMESSA DEL CALCIO: “HO VISTO PRETI SEMPRE FELICI”
Non capita spesso che un ragazzo tentenni davanti a una prospettiva del genere, ma Samuel Piermarini stava per prendere una decisione definitiva, un Sì a Qualcuno di ancora più grande. Allora eccolo, in ritiro ma spirituale negli ultimi giorni di preparazione all’ordinazione: “Non c’è ansia, piuttosto un’emozione positiva, la verità è che mi sento felice e non vedo l’ora di cominciare“. Il calcio resta una parte della sua vita: Samuel Piermarini è sempre un portiere e in questi anni ha giocato nella Clericus Cup, il torneo CSI nel quale si sfidano sacerdoti e seminaristi pontifici, con la maglia del Redemptoris Mater.
Da ragazzo invece Samuel Piermarini difendeva la porta dell’Ostia mare e ricevette via fax l’invito della Roma. Una settimana di allenamenti e test per guadagnarsi il sogno, pur essendo juventino con il mito di Buffon. Alla fine però, il rifiuto davanti alla proposta di Stramaccioni: “Sentivo che non ero chiamato a fare questo, ecco. La mia vita, la mia vita intera, stava altrove. Avevo una fidanzata, la scuola, il calcio, gli amici che mi dicevano: ma che hai fatto? Ma c’era quella domanda, in me: Signore, non è che mi stai chiamando a un’altra vita? Quello è stato l’inizio del discernimento. I preti che avevo incontrato e vedevo felici. I racconti del missionario messicano Bernardo Torres che domenica mi metterà la casula. Due anni di missione in Brasile, gli anni del seminario. E i sei mesi come diacono a fianco del parroco don Francesco Zanoni, a San Giovanni Battista de la Salle, all’Eur, un’esperienza bellissima”. Ma un desiderio calcistico resta: “La coppa di calcio a 8, quella dove gioca pure Totti. Non ho mai difeso la porta contro di lui, abbiamo dovuto interrompere per il Covid. Ma non vedo l’ora”.