San Alberto Magno Dottore è stato proclamato Beato nel 1931, è il patrono dei cultori delle scienze naturali. Questo perché l’attività di questo santo fu a dir poco gigantesca e si rivolse a un gran ventaglio di attività differenti. Egli si occupò di tutto ciò che concerne le scienze della natura, ma anche di filosofia, teologia, sermoni, edificazione e anche teologia. Uomo di ampie vedute, ebbe diversi discepoli importanti, uno di quali è Tommaso d’Aquino.
San Alberto Magno Dottore, la sua vita
San Alberto Magno Dottore nacque con il nome di Alberto de Lauging all’incirca intorno all’anno 1193 (secondo alcune versione verso il 1206) nella cittadina di Lauingen, presso il Danubio. Anche se erroneamente si crede che nacque nella famiglia dei conti di Bollstadt, si tratta do un’informazione non veritiera. Egli, difatti, nacque in una famiglia di guerrieri dell’epoca. Morì, invece nell’anno 1280 presso la città di Colonia (precisamente il 15 novembre, la data in cui viene celebrato). Attualmente, San Alberto Magno dottore viene ricordato proprio a causa del suo ingegno, definito come versatile e acuto anche dai suoi contemporanei. Appassionato alle scienze naturali, entrò molto velocemente presso l’Università di Padova. Qui conobbe un’altra figura di spicco del Cristianesimo: il beato Giordano di Sassonia. Grazie alla sua influenza, San Alberto Magno fu motivato a far parte dell’Ordine di San Domenico. Finiti gli studi, decise di andare a Colonia. Successivamente divenne anche insegnante di varie discipline a Hildesheim, Strasburgo, Ratisbona e Friburgo. Anche per questo è un santo maggiormente venerato proprio nelle zone di Austria e Germania. Successivamente, intorno all’anno 1245, decise di andare a insegnare nell’Università di Parigi, in Francia. Lì, però trascorse unicamente 3 anni, dopo di che fece ritorno a Colonia e assunse il ruolo di moderatore, che fu il suo lavoro nello Studio generale dell’Ordino. Proprio qui riuscì a trasmettere i propri insegnamenti a San Tommaso d’Aquino. Il buon lavoro e la dedizione alla scoperta delle scienze naturali gli permise, ben presto, di diventare provinciale della Germania.
Lo studio fu sicuramente il suo impegno principale, ma a parte quest’ultimo riuscì ad applicarsi anche per tutto ciò che riguarda il sacro ministero. L’anno di svolta per San Alberto Magno fu il 1256, quando egli si recò ad Anagni per difendere, in presenza di Papa, gli Ordini mendicanti. Prese anche parte alla condanna, da parte del Papa Clemente IV, l’opera di Gugliemo di Saint Amour De Periculis Novissimorum Temporum. In questo modo egli si schiera apertamente a favore dei mendicanti, rigettando i precetti espressi da Guglielmo di Saint Amour. Successivamente, con il favore del Papa, dovette fare ritorno a Colonia per riprendere il suo insegnamento. Fu in quegli anni che, in collaborazione con San Tommaso e gli altri sui allievi, lavorò sulla redazione del testo Ratio studio rum dominicana. Grazie al suo carattere diplomatico e incline alle trattative, venne diverse volte chiamato ad assumere il ruolo di paciere nelle contese di vario genere, tra cui quelle tra i vescovi e i monasteri, oltre che le città e i principi. Questo gli permise di avere sempre più influenza, tant’è che nell’anno 1260 viene eletto vescovo di Ratisbona. A quel punto ebbe anche modo di dimostrare le sue eccellenti doti di pastore oltre che d’insegnante. Tuttavia, non svolse quest’incarico per molto tempo, in quanto dovette rinunciare al vescovado su richiesta di Urbano IV accettando di predicare la crociata nei Paesi che parlavano la lingua tedesca.
Successivamente prese parte al concilio di Lione svolto nell’anno 1274 e negli anni 1276 e 1277 dovette difendere a Parigi la dottrina di San Tommaso e l’aristotelismo. Tutti questi eventi gli permisero di assumere una reputazione ancora maggiore a causa della sua santità e dell’erudizione che aveva sviluppato nel corso di questi anni. Morì poco dopo, come già accennato, a Colonia. Fu Innocenzo VIII a concedere, nel 1484, alle chiese di Ratisbona e Colonia la possibilità di celebrare il giorno della sua nascita con tanto di titolo di beato. Solo Pio XI, però, lo rese Santo, oltre che Dottore della Chiesa (decisione descritta nella bolla In Thesearus Sapientiae, nel 1931). Infine, Pio XII procedette alla sua nomina come Patrono dei Cultori di Scienze Naturali. Si dice che ne sia anche il principale protettore.