L’11 luglio di ogni anno, si celebra San Benedetto da Norcia, una delle figure più importanti per il cristianesimo moderno, perchè considerato il patriarca del monachesimo occidentale. Con il declino dell’Impero Romano e la crisi di valori medievale, il suo contributo per fondere la tradizione orientale con quella latina fu fondamentale per la nascita di una nuova civiltà europea. “Ora et labora” è la celebre massima che riassume il cuore della sua Regola: la preghiera alla base di tutto e un grande impegno attivo nella società, con il sudore della fronte. Due secoli dopo la sua morte (di cui non abbiamo data certa, ma si pensa sia avvenuta il 21 marzo, intorno alla metà del VI secolo), a Montecassino, i monasteri guidati dalla sua regola erano più di mille. Paolo VI lo proclamò patrono d’Europa il 24 ottobre 1964.



La vita del San Benedetto da Norcia e il suo miracolo più grande: la “Regola”

San Benedetto nasce a Norcia, nel 480 d.C. Figlio di una ricca famiglia e fratello di Santa Scolastica, i genitori lo mandano a Roma a 12 anni per avere un’istruzione adeguata. Tuttavia, ben presto Benedetto non trova un ambiente consono al suo stile di vita, dedito alla preghiera e agli studi, al contrario vede che i suoi coetanei sono persi nel vizio e sbandati. Fugge dalla città nel 500, per ritirarsi dapprima ad Enfide (l’Attuale Affile, in provincia di Roma) e successivamente trascorrerà tre anni in completa solitudine in una grotta di Subiaco. Questo periodo da eremita, siamo certi che costituì la base per ciò che realizzò più tardi.



Si trasferì a Montecassino e insieme ad altri monaci costruì la sua prima abbazia. Qui, intorno al 530 d.C., scrisse la “Regola”: il vademecum per la perfetta vita monastica, in cui la preghiera è un estensione del lavoro e viceversa. Senza preghiera e “l’orecchio teso del cuore non è possibile cogliere il messaggio di Dio, ma questo va concretizzato nel lavoro. Tra le pareti silenziose dei chiostri, migliaia di monaci hanno contribuito a costruire letteralmente l’Europa, salvando opere d’arte e letterarie, bonificando intere regioni, grazie al lavoro della terra, e amalgamando intelligentemente la cultura greco-romana e quella delle nuove popolazioni. Non solo, i monasteri divennero presto centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini.



Per San Benedetto da Norcia un biografo d’eccezione: San Gregorio Magno

Le informazioni che abbiamo sulla vita e soprattutto sul contenuto della Regola di San Benedetto da Norcia, derivano dal II libro dei Dialoghi, scritto da San Gregorio Magno nel 592. Per comprendere la necessità di scrivere una sorta di biografia di Benedetto, è importante considerare il contesto storico: a cavallo tra il V e il VI secolo, con le invasioni barbariche e il crollo dell’Impero Romano, il mondo era culturalmente e spiritualmente in crisi. Con la descrizione di San Benedetto come “astro luminoso”, Gregorio voleva indicare, in quella situazione così difficile, la via d’uscita dalla “notte oscura della storia”.

Gli altri Santi del giorno

L’11 luglio di ogni anno, nel calendario romano trovano spazio, insieme a San Benedetto da Norcia, anche San Pio I, Santa Marciana, San Leonzio il Giovane, San Drostano, San Placido, Sant’Abbondio e Santa Olga.