San Benedetto da Norcia viene ricordato l’11 luglio ed è in Santo Patrono di numerose città italiane, tra le quali Cassino e Norcia. Questi è il fondatore dell’Ordine di San Benedetto, i cui membri sono anche detti, appunto, Benedettini. Benedetto nacque intorno al 480 nella città di Norcia, in Umbria. In tenera età fu mandato con la sorella a Roma per gli studi ma, appena giunto in città, fu sconvolto dalla vita dissoluta dei suoi abitanti. Fu proprio a causa di questa esperienza che iniziò a nascere in lui il desiderio di una vita pura, riservata e dedicata alla religione, come del resto capitò anche alla sorella, divenuta poi anch’essa Santa (Santa Scolastica). È inoltre il protettore degli agricoltori, degli architetti, degli ingegneri e di altre categorie professionali.
Nelle città in cui visse ed operò gli sono dedicati numerose feste e celebrazioni, in particolare a Norcia viene organizzata ogni anno una fiaccolata che parte da una città d’Europa (diversa ogni anno), a rappresentare la grande diffusione che la Regola Benedettina ebbe in tutto il continente. Vengono anche organizzati giochi e rievocazioni storiche, ma anche processioni sacre per le vie del paese. Norcia è un comune con un vasto patrimonio artistico che, purtroppo, a causa di un terremoto avvenuto nel 2016 è stato danneggiato. L’edificio maggiormente colpito è stato proprio la bellissima Basilica di San Benedetto. La città è famosa anche per i pregiati prodotti gastronomici, come il tartufo ed il prosciutto. Sempre l’11 luglio vengono ricordati anche altri Santi e Beati come ad esempio Sant’Abbondio di Cordova, martire, San Pio I Papa e i Santi Sigisberto e Placido (due monaci).
San Benedetto da Norcia, la sua vita
San Benedetto da Norcia iniziò la sua vita da eremita a soli 17 anni, dopo l’incontro con un monaco, infatti, passò tre anni della sua vita all’interno di una grotta. Dopo questa esperienza decise di divenire guida, esempio per altri monaci che volevano seguire il suo stile di vita e iniziò a radunare a sé sempre più discepoli. Rimase per quasi trent’anni a Subiaco, un comune vicino a Roma, dove predicò e creò una comunità composta da tredici monasteri (ognuno con un abate e dodici monaci). Proprio a Subiaco però rischiò di morire a causa dell’avvelenamento di un pezzo di pane a lui destinato. Decise quindi di lasciare la città e di trasferirsi a Cassino (in provincia di Frosinone) dove fondò il famosissimo Monastero di Montecassino, chiamato così perché posto sulla sommità di un’altura. In questa abbazia compose la Regola Benedettina, ovvero la filosofia di vita che tutti i Benedettini avrebbero dovuto seguire. Questa regola si articolava in particolare in tre punti: preghiera comunitaria, preghiera personale e lavoro.
L’aspetto del lavoro rappresentava una novità per l’epoca in quanto il monaco era solito dedicarsi soltanto allo studio, alla meditazione e alla preghiera. Secondo Benedetto da Norcia, invece, dedicarsi solo allo studio non è soltanto inutile ma anche dannoso, perché allontana da Dio inducendo la persona in quella che lui definisce noia spirituale. La Regola Benedettina si impose presto in molte parti d’Italia e poi d’Europa e il monastero fu anche meta di numerosi pellegrinaggi. Nel monastero di Cassino passò tutto il resto della sua vita, qui morì (il il 21 marzo del 547) a causa di una febbre molto forte che durava da giorni. L’amata sorella, Scolastica, era morta soltanto quaranta giorni prima, a simboleggiare un legame che li aveva uniti in vita e anche nella dipartita.