Il 3 febbraio si celebra solennemente San Biagio che nacque in Armenia, precisamente a Sebaste, in un periodo in cui in questa terra governava Licinio. Da giovane si appassionò agli studi di medicina, dedicandosi alla cura degli ammalati, non solo nel corpo ma soprattutto nell’anima, da buon cristiano quale era. Divenne vescovo di Sebaste, assecondando la sua voglia di dedicare la vita al Signore e la sua fama di uomo buono e pio arrivò fino alle orecchie di Agricola. Quest’ultimo, assieme a Lisia, presidiava l’Armenia in un tempo in cui le persecuzioni dei cristiani presero il sopravvento. Biagio allora cercò di rifugiarsi in una grotta presso il Monte Argeo, senza interrompere mai il suo apostolato seppure svolto in gran segretezza. Un giorno però un manipolo di soldati, in cerca di animali per allietare i giochi che si svolgevano nell’anfiteatro della città, lo trovarono e lo riconobbero. I soldati lo scortarono subito in città, tra la folla che acclamava il vescovo. Tra la gente si fece avanti una donna disperata che pregò Biagio di salvare il figlio morente a causa di una lisca di pesce ferma in gola. Il vescovo fece il segno della croce sul bambino decretando così la sua salvezza: questo miracolo ha reso San Biagio protettore delle gole. Davanti ad Agricola, Biagio fu invitato a rinnegare la fede cristiana in favore di quella pagana, ma egli ribatté che esiste un solo Dio, creatore di tutte le cose. Biagio rimase fedele al Signore nonostante lo scorticamento con un pettine di ferro e i tentativi di annegamento: Agricola allora decise di porre fine alla sua vita decapitandolo nel 316 circa.
San Biagio, un culto sentito in tutta Italia
Il culto di San Biagio è molto sentito in tutta Italia, con celebrazioni eucaristiche e benedizioni delle gole attraverso due candele incrociate. A Salemi, nel trapanese, c’è la tradizione di preparare pani a forma di gola (caddureddi) e cavallette (cavadduzzi) in memoria dell’intercessione del santo nel salvare la città dall’invasione di cavallette del 1542. Fiuggi poi festeggia San Biagio bruciando cataste di legno, ricordando il miracolo attribuito al santo di allontanare i nemici dalla città nel 1298 facendo apparire finte fiamme. Ostuni il 3 febbraio mette in scena una suggestiva processione verso il Santuario di San Biagio immerso nella verdeggiante Selva. A Milano si usa mangiare il panettone avanzato dal giorno di Natale: una leggenda narra di un frate che, dimenticandosi di benedire un panettone per conto di una fedele in attesa che questa tornasse a riprenderselo, lo mangiò tutto. Al ritorno della donna il frate contrito era pronto a consegnarle solo una ciotola vuota ma, per miracolo, egli trovò un panettone ancora più grande di quello preparato dalla fedele. Tutto questo accadde proprio il 3 febbraio, tanto che da allora si parla di Panettone di San Biagio.
San Biagio, il patrono di Maratea
Tra i molti comuni di cui è patrono San Biagio, vi è Maratea, cittadina turistica in provincia di Potenza: all’interno della Basilica cittadina, nata sui resti di un tempio dedicato a Minerva, sono conservate le reliquie del Santo. Non lontano dalla chiesa si possono scorgere le vestigia del Castello, con l’unica torre in mattoni rossi rimasta, un tempo baluardo difensivo della città. La Vecchia Maratea, con le sue case-fortezza ormai abbandonate, è la parte più suggestiva e si trova abbarbicata al Monte San Biagio, meta ambita dagli amanti del trekking e dell’hiling. In cima al monte sorge il simbolo di Maratea ovvero il Cristo Redentore, scultura dal grande impatto visivo realizzata da Bruno Innocenzi nel 1965. Da qui si gode della vista più bella su Maratea e le sue spiagge, da quella di Fiumicello a quella Nera formata da caratteristici ciottoli di ossidiana.
Gli altri Beati di oggi
Il 3 febbraio si celebrano anche i beati Maria Elena Stollenwerk, Maria Anna Rivier, Luigi Andritzki, Giovanni Vallejo, Giovanni Nelson, Elinando e i santi Celerino di Cartagine, Anna, Cuanna di Glenn, Berlinda di Meerbeke, Adelino di Celles, Leonio, Evanzio di Vienne, Vereburga, Simeone