Il 6 ottobre si commemora San Bruno, fondatore dell’ordine monastico dei Certosini. Siamo nella provincia di Vibo Valentia a 790 metri di altitudine, qui Bruno fondò l’eremo di Santa Maria, in una remota grotta in mezzo al bosco. Similmente, scendendo di altitudine e spostandosi verso valle, fondava anche il monastero di Santo Stefano. Quando il conte Ruggero assegnò a Bruno la famiglia Mulè, per assolvere la funzione di guardaboschi l’eremita, pur mantenendo il distanziamento dai monaci per non contravvenire alla sua regola di solitudine, fece si che sorgessero anche le prime abitazioni destinate a queste famiglie di laici. Furono questi primi insediamenti che diedero origine al piccolo comune di Serra. Bruno trascorse nel suo eremo, in solitudine e preghiera, l’ultimo decennio della sua vita. Proprio qui a Santa Maria si consumò l’incontro con Lanuino che aveva intrapreso un lungo viaggio dalla Francia per conoscerlo, e che sarebbe divenuto il suo successore alla guida della comunità certosina francese. Bruno morì circondato dall’affetto dei confratelli il 6 ottobre 1101, pochi mesi dopo aver assistito a sua volta, a giugno, il morente suo protettore e sostenitore conte Ruggero. San Bruno è il patrono sia della Lituania che di Serra San Bruno. Nella città calabra il 6 ottobre viene celebrato con tutti gli onori che gli competono: funzioni liturgiche, processione del reliquiario ma anche un suggestivo spettacolo pirotecnico accompagnato dalla degustazione delle celebri frittole, piatto tipico locale a base di carne di maiale.
San Bruno, la vita del Beato
San Bruno nacque in Germania, a Colonia nel 1030 da famiglia nobile, dopo aver completato gli studi a Reims visse diviso tra Francia ed Italia fino al giorno della sua morte, sopraggiunta nel 1101 in quel Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. Nel suo peregrinare per l’Europa, assolse inizialmente incarichi come professore di teologia e filosofia. La sua spiccata cultura avrebbero potuto facilmente agevolare l’ascesa della sua carriera ecclesiastica, fino a raggiungere la carica di Vescovo. Ma non erano queste le aspirazioni di Bruno che anzi, sdegnato dalla simonia imperante in quegli anni, preferì scegliere la vita monastica consacrandola all’eremitaggio. Radunati sei compagni che condividevano la sua visione di una chiesa umile e non più inquinata dal mercato delle cariche ecclesiastiche, e supportato dal sostegno del vescovo Ugo di Grenoble, si stabilì nel selvaggio Massif de la Chartreuse (il massiccio della certosa) nelle prealpi francesi, per consacrarsi ad una vita contemplativa in estrema solitudine. Proprio dalla località d’insediamento, chartreuse, prende il nome l’ordine monastico da lui fondato: i certosini. La vita nella piccola comunità si svolgeva alternando i momenti di preghiera in un ambiente comune, all’attività lavorativa volta a garantire l’autosufficienza, che si svolgeva nelle sette baracche che fungevano anche da dimora per i singoli eremiti. Nel 1090 uno degli ex allievi di Bruno a Reims, Oddone di Châtillon, divenne Pontefice col nome di Urbano II, e chiamò Bruno a Roma per assolvere il ruolo di suo consigliere personale. Seppur dolente per il dover lasciare la sua piccola comunità, Bruno accettò l’incarico, ottenendo in cambio il riconoscimento ufficiale del suo monastero della Grande Chartreuse. Bruno scelse di seguire le sorti di Papa Urbano II anche quando, a seguito dell’invasione tedesca condotta da Enrico IV con la proclamazione dell’antipapa Guiberto, fu costretto a fuggire da Roma, spostando la corte papale nel Sud Italia. Fu in questa circostanza che, dietro proposta papale, venne nominato arcivescovo di Reggio Calabria, ma Bruno rifiutò la carica voglioso di rimanere fedele alla sua vocazione solitaria e contemplativa, cui aspirava di fare ritorno. Chiese infatti ed ottenne l’autorizzazione a ritirarsi in solitudine, accettando l’offerta del conte Ruggero d’Altavilla, che mise a sua disposizione un territorio nella località allora chiamata Torre, oggi nota invece come Serra San Bruno, in suo onore.
Gli altri Santi di oggi
Oltre a San Bruno, il 6 ottobre si commemorano anche: Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, San Renato di Sorrento vescovo, Santa Fede di Agen martire e San Magno Vescovo di Oderzo ed Eraclea.