La storica azienda milanese San Carlo, considerata un colosso per la produzione di patatine, snack salati e prodotti da forno è stata investita da una faida familiare che rischia di avere risvolti giudiziari importanti. Da tempo infatti l’ex patron dell’impresa Alberto Vitaloni, presidente e proprietario unico della ditta, è affetto da condizioni di salute, fisiche e mentali gravi dopo due ictus. I figli ora si accusano a vicenda e sono in causa per le quote di proprietà dell’azienda e per l’eredità del padre. Vitaloni aveva già donato nel 2016 il 15% della società ad ognuno dei suoi tre eredi, ma successivamente alla morte della moglie, un’altra gran parte della quota aziendale è passata alla figlia Susanna, già amministratore delegato della San Carlo, che ora quindi detiene la maggiore fetta societaria.
Gli altri due fratelli, come riportato dal Corriere della Sera, hanno presentato un esposto accusando Susanna di circonvenzione di incapace e violenza privata, dichiarando che queata donazione, è frutto di una coercizione psicologica fatta nei confronti del padre giudicato incapace di intendere. Ne è quindi scaturita una battaglia legale, per il controllo dei vertici aziendali, che ancora non è conclusa.
Faida familiare San Carlo, la causa tra figli di Alberto Vitaloni per le quote della società
Susanna Vitaloni, figlia di Alberto presidente dell’azienda San Carlo, è accusata dai fratelli di aver estorto la donazione del 35% della quota societaria al padre, approfittando del suo stato di fragilità psicofisica, con l’intento di prendere il controllo sull’impresa che conta su un fatturato di 315 milioni di euro l’anno ed escludere così gli altri due eredi.
Come riporta il Corriere della Sera però, i giudici hanno recentemente stabilito che l’azione di Alberto sia stata compiuta in piena facoltà delle capacità di intendere, in quanto l’uomo è stato ritenuto dalle perizie e anche attraverso le testimonianze del personale che se ne prende cura, completamente nel pieno dell’autodeterminazione e quindi della proprietà decisionale. Ora gli altri due figli maschi, Francesco e Michele Vitaloni, sono stati costretti a ritirare l’esposto, compreso quello nel quale si richiedeva la necessità della nomina di un amministratore di sostegno per il patrimonio di famiglia.