San Cirillo viene ricordato il 18 marzo, un momento di ricordo di quanto fu travagliata la genesi della Chiesa e di tutta la proto cristianità, tra concili, eresie, interpretazioni errate delle scritture, persecuzioni, esili da parte di profeti, ecumenici, uomini di fede. Ma la Fede sorregge chi la segue e chi ha in sé forte la parola di Dio e nonostante i triboli della storia, di quei secoli nei quali anche l’Impero di Roma mutava d’aspetto e di conformazione geografica, grazie ad uomini come Cirillo si rafforzò il sentimento cristiano crescendo nella propria opera d’evangelizzazione soprattutto nell’area Mediterranea. Cirillo morì in tarda età: nel 387 all’età di settantadue anni e il suo lascito è importante, motivo per il quale la Chiesa celebra con grande intensità i primi capitoli di quella profonda storia nata dalla voce di Gesù. Cirillo vide la Chiesa dividersi durante i concili dell’epoca, tra Ariani e Niceni si pose sempre su posizioni concilianti e intermedie, mai estreme per timore di uscire dai binari della Parola di Dio e di Cristo, suo vero compito episcopale.



Nel 1882 papa Leone XIII lo proclamerà Dottore della Chiesa, il primo vero riconoscimento alla memoria del Vescovo di Gerusalemme del quarto secolo al quale succederà nel XX secolo un importante richiamo riferito agli insegnamenti di Cirillo durante il suo episcopato, due dogmi che citiamo per la loro importanza: la ‘Lumen gentium’, e la ‘Dei Verbum’, la prima sulla Chiesa, la seconda sulla Rivelazione di Dio anche attraverso suo Figlio, il Cristo Salvatore. In suo ricordo Gerusalemme celebra la memoria del suo patrono (San Cirillo è protettore della Città Santa), con processioni e Messe Solenne, un Santo ricordato a livello popolare in Israele, mentre in Italia o nel resto dei paesi cristiani la sua memoria è mantenuta viva nelle omelie e nelle letture del 18 marzo.



San Cirillo, la sua vita

Nato all’inizio del quarto secolo, San Cirillo fu letterato e studioso in Gerusalemme, sua città di nascita e crescita spirituale. Fu ordinato sacerdote da San Massimo che della Città più Santa dell’antichità in quell’epoca era vescovo. Dopo la morte di Massimo Cirillo divenne successore e Vescovo in Gerusalemme, durante un periodo particolarmente difficile per la sua Chiesa, perseguita nei fedeli e nel Culto. Gli Ariani resero ancora più difficile il compito ecclesiastico ed ecumenico di Cirillo al punto che dovette trasferirsi a Tarso di Cilicia ospite del Vescovo locale, in attesa che da Roma giungesse la possibilità di tornare in patria per gli esuli. Ciò accadde grazie all’Imperatore Giuliano l’Apostata, successore di Costanzo e grazie la nuovo editto Cirillo poté tornare nella sua Gerusalemme per continuare la sua missione evangelica. La situazione che il Vescovo trovò al suo ritorno era quasi drammatica: il popolo, privo di una guida spirituale, aveva preso strade rivolte al vizio, alla lussuria, alla illegalità, ma Cirillo forte della sua Fede riportò in Gerusalemme l’ordine e la morale cristiana. Tra i momenti più importanti del suo incarico ecclesiastico, Cirillo in tarda età fu membro attivo del Concilio di Costantinopoli, occasione nella quale fu ribadita la condanna all’eresia di Macedonio e al movimento degli Ariani.



Gli altri Beati di oggi

Nella stessa giornata celebriamo anche: San Salvatore da Horta, Professo Francescano; Sant’Alessandro di Gerusalemme, Vescovo e Martire; Beati Giovanni Thules e Ruggero Wrenno, Martiri; Sant’ Anselmo II e San Frediano entrambi di Lucca, Vescovi.

Video, la sua biografia