L’11 marzo si ricorda San Costantino (520 circa – 9 maggio 576), re della Dumnonia, regno britanno che includeva Cornovaglia, Devon, la maggior parte del Somerset e probabilmente una parte del Dorset. Secondo quanto racconta nella Historia Regum Britanniae Goffredo di Monmouth, storico e scrittore britannico medioevale, San Costantino è stato uno dei leggendari sovrani della Britannia, successore di Re Artù. Infatti, Costantino, figlio di Cador, duca di Cornovaglia, un parente di re Artù, dopo aver combattuto nella battaglia di Camlann, fu nominato propio da Artù come suo successore, mentre stava per essere trasportato ad Avalon. Stando a quanto riportato da Geoffredo, Costantino ebbe degli scontri con i sassoni e con i due figli di Mordred, Melehan e Melou, che uccise in chiesa. A causa del sacrilegio fu fulminato da Dio e sepolto a Stonehenge. La tradizione gallese afferma che, dopo la sua morte, il trono passò a Gwydre, figlio di Re Artù e della regina Ginevra. Per distinguere il martire da altri omonimi sovrani della Britannia gli viene attribuito il numerale III.



Altre informazioni, simili a quelle di Goffredo di Monmouth, circa la vita di San Costantino arrivano da Gildas, abate e storico brittano, che gli affida l’appellativo di “cucciolo tirannico dell’impura leonessa di Damonia”. In questo caso per Damnonia si intende forse il sud-est dell’Inghilterra e non l’omonimo regno fondato nell’odierna Scozia. Gildas critica il santo non solo per aver ripudiato la consorte, figlia del re di Bretagna Armoricana, così da poter commettere numerosi adulteri, ma anche per esser venuto meno a un patto fatto con i nemici. Infatti, pare che il sovrano, dopo aver giurato di voler porre fine ai conflitti con gli avversari, si finse un abate e li uccise, mentre questi erano all’interno di un santuario. Tuttavia, stando ad altre fonti, se il primo periodo della vita del santo fu scellerata e costellata di assassini, in seguito, dopo essersi convertito al cristianesimo, cambiò in maniera radicale la sua esistenza. Non solo abbandonò il trono, ma si ritirò in un monastero irlandese in cui visse per sette anni in austerità e penitenza e studiando le scritture. Venne quindi nominato sacerdote e ricevette un invito in Scozia per portare la parola di Dio tra le popolazioni indigene. Qui venne martirizzato da un gruppo di fanatici pagani.

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