San Costantino Re e Martire viene ricordato l’11 marzo dai fedeli della chiesa cattolica. I resti di un’antica chiesa della cittadina di a Kilchouslan identificano tutt’oggi il luogo dove molto probabilmente Costantino fu trucidato. La sua salma fu recuperata dai suoi proseliti e trasportata in un a chiesa di Govon che ancora oggi è intitolata a san Sebastiano. L’immagine del santo in questione è rappresentata con abiti principeschi, la corona poggiata sulla testa e la palma, simbolo del suo martirio. San Sebastiano martire è stato ed è ancora molto venerato.
Secondo il “Martirologio Romano” emanato da papa Giovanni Paolo II san Costantino re viene celebrato l’11 di marzo. In Cornovaglia si celebra il 9 marzo, due giorni dopo in Scozia e il 18 marzo viene onorato in Irlanda. Il nome Costantino deriva dal latino e significa determinato e tenace. Tra i martiri della storia San Sebastiano è quello maggiormente raffigurato e venerato in diverse città. L’11 marzo si ricordano anche altri santi tra cui san Benedetto di Milano, san Domenico Cam, San Firmino di Amiens e Santa Rosina di Wenglingen.
San Costantino Re e Martire, la vita del Beato
San Costantino Re e Martire è nato nell’anno 520 in Cornovaglia, il santo è tra i più glorificati vissuti nel VI secolo. La prima parte della sua vita fu alquanto sciagurata, irriverente nei confronti di tutti e verso le religioni. Sposato con la figlia del monarca di Bretagna, presto si separò dalla moglie per vivere libero e in modo dissoluto e conobbe molte donne. In pratica fu un vero delinquente e si macchiò di diversi omicidi. Il suo incontro con San Petroc fu determinante; un tempo nobile e principe di Galles, san Petroc fu un grande esempio per Costantino che colse il cambiamento dell’uomo avvenuto grazie alle parole del Vangelo. Costantino riconobbe di aver compiuto azioni terribili e si pentì delle sue malefatte. Costantino si avvicinò alla religione e si convertì al Cristianesimo. Tutta la sua vita prese una direzione completamente diversa.
Decise di lasciare il trono a suo figlio e si trasferì in Irlanda, nel monastero di Rathan, per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione e vivere il sacrificio di una vita monacale. Durante gli anni monastici si dedicò allo studio delle sacre scritture, fu ordinato sacerdote e mandato in Scozia per diffondere il Cristianesimo e guidare alla conversione i popoli indigeni. Collaborò con un monaco irlandese, san Columba, il primo a portare la parola del Vangelo tra le tribù barbare che all’epoca abitavano la Caledonia. Primo martire di una terra ancora da esplorare, Sebastiano fu trucidato iper mano di rivoltosi pagani in una pubblica piazza nel territorio del Kintyre, era il 9 maggio dell’anno 576.