Nella giornata dell’11 maggio, la Chiesa celebra San Fabio Martire, nato in Anatolia e morto a Cures Sabini, nella valle del Tevere, attorno ai primi anni del IV secolo. Lo ricordiamo in quanto martire e discepolo diretto di Sant’Antimo, anch’esso martire della Chiesa negli stessi anni circa di san Fabio. Tra il quinto e il non secolo fu scritto il Passio Sancti Anthimi e da questo testo abbiamo trovato alcune tracce agiografiche del martire cristiano, per quanto i dati, vista l’epoca, non siano del tutto chiari. San Fabio si celebra quindi l’11 maggio, ma non ovunque: il culto del martire è molto sentito in Austria e il 27 maggio a Vienna, presso il Convento delle suore Carmelitane Scalze, la celebrazione del santo è molto sentita.



San Fabio Martire, la vita

Sappiamo che San Fabio Martire nacque in Anatolia durante il proconsolato di Faltonio Piniano, il quale, sposato con una parente diretta dell’Imperatore Publio Licinio Egnazio Gallieno, Anicia Lucina, perseguitò con ferocia i cristiani, così come volle il suo Imperatore. Soprattutto Cheremone, un consigliere di Faltonio Piniano, giurò ai suoi superiori di lottare in ogni modo al fine di distruggere il credo del Nazzareno, perseguitando con grande ferocia quel piccolo popolo di discepoli che si univa ai primi evangelizzatori, tra i quali Sant’Antimo, appunto guida spirituale di Fabio d’Anatolia. Successero però alcuni fatti che portarono Faltonio Piniano a credere in una maledizione divina: morì innanzitutto Cheremone cadendo dal suo carro, infine lo stesso Piniano si ammalò gravemente e nessun medico riusciva a capire quale origine avesse il male del proconsole romano. La moglie Anicia Lucina, nel frattempo, si avvicinava al nuovo credo proveniente dalla Terra Santa, e influenzò il marito parlandogli della parola di Cristo attraverso le prediche di Sant’Antimo, di guarigione nel nome di Dio, il nuovo Dio, di perdono, delle testimonianze miracolose di chi credeva in Cristo.



Antimo fu condotto a Palazzo al cospetto di Piniano, assieme a Fabio, assieme gli chiesero la conversione, solo così il Signore l’avrebbe perdonato e guarito, e la conversione avvenne, così come accadde che Pliniano smise di soffrire del suo male e decise di battezzarsi assieme a tutta la famiglia. Trascorsero gli anni e il favore del proconsole nei confronti della confraternita crebbe, al punto che parte di essi, Antimo, Massimo, Basso e Fabio si recarono per evangelizzare parte del territorio della capitale in Sabinia, a Curi. Proprio durante quel periodo Antimo guarì un sacerdote pagano ritenuto indemoniato; avvenne quindi un vero esorcismo e il sacerdote da quel momento si convertì ripudiando il Dio Silvano e incendiando la foresta a lui dedicata, cosa che non piacque affatto alla comunità pagana sabina. Fabio, Antimo e tutto il gruppo di sacerdoti evangelizzatori fu arrestato per ordine del proconsole Prisco che iniziò le classiche torture e interrogatori dei cristiani accusati sino alla sentenza di morte che per Antimo avvenne tramite decapitazione a Curi, per Fabio avvenne invece sulla Salaria per ordine dello stesso Imperatore attraverso i consoli romani ancora pagani.



Gli altri Santi di oggi

Nella stessa giornata celebriamo tra gli altri: San Francesco De Geronimo, sacerdote; San Gengolfo, martire; Sant’Ignazio da Laconi, frate cappuccino.