San Felice Circeo, Caprarola e Vitorchiano sono i comuni che si giocano un posto in finale nel programma di Rai Tre “Il borgo dei borghi” in rappresentanza del Lazio. Iniziamo a scoprire San Felice Circeo, dal cui promontorio della splendida spiaggia sembra si possa scorgere il profilo della maga Circe, addormentata sulle rive del mare (“Guardando quella montagna, che va su erta eppure morbida, solitaria forma sfuggente in una pianura che più piatta non si può, devono aver pensato che arrampicarsi sin lassù (schivando briganti e malaria, speroni rocciosi e precipizi) a qualcosa doveva pur portare; da lassù il cielo sarebbe stato più vicino”). Un paesaggio incantato che si specchia nelle splendide acque del Tirreno. Antico borgo le cui origini si perdono nella notte dei tempi, all’interno delle sue mura sono state trovate testimonianze che lo collegano all’uomo di Neanderthal, all’antica Roma di cui è stata colonia, ai mitici cavalieri Templari dei quali fu possedimento, alla famiglia Caetani poiché loro feudo e infine allo Stato Pontificio. Ed è proprio grazie a questa sua meravigliosa storia, ricca di impronte di diverse epoche se, ancora oggi, sono visitabili le grotte e i ripari sotto il Monte Circeo dove nel Paleolitico Medio vi furono i primi insediamenti umani e l’acropoli risalente al III secolo a.C. La città possedeva quattro bellissime torri di difesa: Torre Paola, Moresca, Cervia e Fico. Dalla distruzione inglese avvenuta nel 1809, si è salvata Torre Paola, ancora oggi conserva con fierezza la sua struttura originaria. Raccontata da Omero nell’Odissea, il suo fascino ammalia e conquista ancora oggi.



IL BORGO DEI BORGHI, CAPRAROLA

Regno incontrastato della potentissima quanto famosa famiglia Farnese, Caprarola deve alla loro presenza l’immensità del suo patrimonio artistico e architettonico. Con la costruzione di Palazzo Farnese, la magnifica fortezza a pentagono, disegnata dal Vignola, inizia la rivisitazione dell’antico borgo di Caprarola; nasce la Via Dritta, il trionfale percorso di accesso al palazzo, voluto da Alessandro Farnese. Per la sua costruzione la vecchia cittadina subì abbattimenti di chiese e palazzi ma, Alessandro non scontentò i nobili, autorizzandoli alla costruzione di palazzi e chiese ancor più sontuosi, che sono arrivati fino ai nostri giorni: palazzo Sebastiani, Mariani, Restituti, Moscheni , l’Ospedale di S.Giovanni e la chiesa di S.Marco. Gioiello di maestria e progettualità la scala regia, la chiocciola più bella d’Italia, sostenuta da trenta colonne doriche conduce al piano superiore del palazzo; fu ideata per far salire a cavallo il pigro Alessandro. Altre magnificenze chiedono di essere ammirate a Caprarola, tra cui la sala del mappamondo e lo spettacolare cortile circolare.

IL BORGO DEI BORGHI, VITORCHIANO

Vicino a Viterbo, a strapiombo sulla scenografica rocca di peperino, al cui materiale deve la sua principale attività economica, Vitorchiano, terzo paese in lizza per rappresentare il Lazio nella finale de “Il borgo dei borghi”, è rimasto praticamente intatto e scrupolosamente curato in ogni particolare, lasciando chi lo visita senza fiato. Non a caso è stato scelto numerose volte come location di film ambientati nel periodo del Medioevo; ancora oggi, passeggiando tra le sue viuzze, all’interno delle mura romane che lo cingono saldamente, sembra di rivivere l’atmosfera di un tempo. Il più importante varco di accesso al borgo è la Porta Romana con la torre a forma di quadrilatero; sorpassata la porta, per entrare nel cuore del “castrum”, si varca la Porta Madonna della Neve, che deve il suo nome ad una storica nevicata avvenuta in agosto. Si rimarrà affascinati dai merli delle mura di cinta, i quali sembra danzino al suono di uno strumento antico, alternandosi in altezza e forma, senza una ragione precisa. Vitorchiano al tramonto si veste di colori incredibili, il sole riflette i suoi raggi sulle mura di peperino, regalando sfumature che sembrano dipinte. Il territorio che lo circonda regala una biodiversità unica nel suo genere, boschi e prati completano un quadro di rara bellezza.

Leggi anche