Il 14 gennaio la Chiesa Cattolica festeggia San Felice da Nola. A Cimitile, a 6 km da Nola, la festa in onore del Santo inizia il 5 gennaio e consta di due processioni: una si svolge nello stesso sito paleocristiano e si conclude presso la Chiesa di San Felice in Pincis a Cimitile, l’altro corteo religioso si snoda proprio nel cuore del borgo di Cimitile. A Nola il Santo è festeggiato con celebrazioni eucaristiche, degustazioni di piatti tipici e una processione del simulacro argenteo del santo. Ogni anno poi si verifica il prodigio della Sacra Manna che, miracolosamente, sgorga dalla parete della cripta che custodisce le reliquie di San Felice da Nola.
Tra i tanti borghi di cui è patrono il Santo c’è ovviamente Nola, una cittadina in provincia di Napoli che ha dato i natali al famoso Giordano Bruno. Ha un ricco patrimonio storico, come dimostrano la quattrocentesca Reggia Orsini, l’Anfiteatro Laterizio realizzato dai romani nel I d.C. e il Villaggio Preistorico risalente all’età del Bronzo. La stessa Chiesa di San Biagio poi è stata costruita sui resti di un sito termale romano e di una domus del III d.C. , ancora oggi visibili visitando la cripta.
San Felice da Nola, la vita del Beato
Su San Felice da Nola non vi sono molte notizie certe e tutto ciò che si conosce è legato alla narrazione che ne fa San Paolino di Nola nei suoi carmi natalizi, dove viene citato come San Felice in Pincis. Si presume che Felice sia nato nel III d.C. da una nobile famiglia e che, per via della sua profonda fede cristiana, abbia subito nel corso della sua vita feroci persecuzioni. Felice fu arrestato e, nel corso della sua prigionia, subì ogni sorta di tortura affinché abiurasse il proprio credo, ma egli non vacillò mai, nemmeno davanti ai leoni, che addirittura indietreggiarono al cospetto del Sant’uomo. Fu anche portato in un tempio pagano e costretto a venerare gli idoli, ma Felice restò fermo sulle sue posizioni fino a quando lo stesso tempio sprofondò all’improvviso in una voragine. Felice arrivò a nascondersi per 6 lunghi mesi all’interno di una cisterna, alimentato solo grazie all’aiuto di una pia donna. Famoso è l’episodio della sua liberazione dal carcere ad opera di un angelo, il quale lo portò poi in cima a un monte dove si trovava il vescovo di Nola, San Massimo, ormai allo stremo delle forze, affamato e infreddolito.
Felice prima gli diede da bere del miracoloso succo d’uva e poi se lo caricò sulle spalle, incamminandosi al sicuro verso un rifugio per lui e San Massimo. Alla morte del vescovo di Nola, la cittadinanza propose a Felice di assumere l’incarico ma l’uomo rifiutò, volendo dedicare la sua vita alla lavorazione della terra, alla preghiera e alla meditazione: a quel tempo infatti le persecuzioni dei cristiani terminarono, in seguito alla Pace Costantiniana avvenuta del 313. Morì probabilmente nel 258, quando a governare c’era Valeriano; secondo altri invece la data della morte sarebbe da collocare nel 313 in quanto non morì in seguito alle torture. In ogni caso San Felice da Nola è considerato un martire per le sofferenze subite nel corso della sua vita in virtù della sua fede in Dio. Fu seppellito all’interno delle Basiliche Paleocristiane di Cimitile nate attorno alla sua tomba, chiamata Ara Veritatis.
Gli altri Santi di oggi
Il 14 gennaio si festeggiano anche San Saba, San Potito, Santa Macrina l’Anziana, San Glicerio, Sant’Engelmaro, San Dario, San Fulgenzio di Astigi, Beato Odone di Novara e Beata Alfonsa Clerici.