San Filippo Neri si celebra come ogni anno il 26 maggio. Il Santo è Patrono di Torri del Benaco un paesino situato in provincia di Verona sulla sponda del lago di Gardo. Questi, con circa 3000 abitanti, è un paese incastonato all’interno di un contesto naturalistico molto bello, tra lago e collina. Oltre alla natura, il paesino ha diversi luoghi che meritano una visita, come il Castello Scaligero, la Torre dell’Orologio e il centro storico. Il paesino, situato in provincia di Verona sulla sponda del lago di Gardo, è uno dei tanti paesi italiani che ha come patrono San Filippo Neri. Torre del Benaco, con circa 3000 abitanti, è un paese incastonato all’interno di un contesto naturalistico molto bello, tra lago e collina. Oltre alla natura, il paesino ha diversi luoghi che meritano una visita, come il Castello Scaligero, la Torre dell’Orologio e il centro storico.



San Filippo Neri, la festa per il Beato

Ogni 26 maggio a Torri del Benaco si festeggia San Filippo Neri con una messa solenne e una cerimonia tradizionale conosciuta come “se brusa la barca”. Questa tradizione prevede che una barca di legno decorata con la scritta “Viva San Filippo” sia bruciata nel lago. La barca che brucia richiama un evento che coinvolge San Filippo nella storia del paesino. Secondo la leggenda, infatti, la città era piagata dalla peste ma la sola presenza del santo basto a porre fine all’epidemia.



La vita del Santo

San Filippo Neri nacque a Firenze il 21 luglio 1515 da una famiglia di nobile origine. Il padre era notaio, mentre della madre non si conoscono molti dettagli, se non che morì quando Filippo aveva l’età di cinque anni. Inizialmente la sua famiglia aveva deciso di dargli l’educazione migliore per far proseguire la professione di famiglia. Filippo, tuttavia, espresse ben presto una vocazione verso la fede e il sacerdozio. Studiò prima con un precettore privato per poi andare a ultimare i suoi studi al Convento di San Marco Evangelista. Nella sua formazione presso il convento la lettura delle opere di Jacopone da Todi ebbe particolare influsso su di lui. All’età di 18 anni lasciò Firenze per andare da suo zio a Cassino. I progetti della sua famiglia erano di avviarlo alla professione di commerciante. A Filippo, però, questo progetto non piaceva e in ogni momento libero si dava alla preghiera. Lo zio, in punto di morte, e decise di nominarlo erede del suo patrimonio. Filippo vi rinunciò per intraprendere una vita umile e vicina alla fede. Nel 1534 decise di recarsi a Roma come pellegrino ma divenne il precettore di Ippolito e Michele Caccia, figli di un illustre capo della Dogana del Pontefice. In questi anni visse una vita molto umile. Si racconta infatti che il compenso da maestro fosse unicamente un po’ di grano, che era solito portare da un fornaio in cambio di un tozzo di pane con le olive. Per il resto si dedicava alla preghiera e al digiuno oltre che ad assistere come poteva i poveri.



Il giorno della Pentecoste per San Filippo Neri

Gli agiografi raccontano che il giorno della Pentecoste del 1544 San Filippo Neri era andato alle catacombe di San Sebastiano per pregare. Mentre contemplava e pregava si verificò un evento straordinario che causò una dilatazione del cuore e delle costole, che il Santo chiamò più avanti una “effusione di Spirito Santo”. Dopo questa esperienza Filippo abbandonò il suo lavoro di precettore e iniziò a fare l’eremita, dormendo per le strade di Roma, assistendo i poveri e predicando a chi incontrava sul suo cammino. Molti in questi furono gli scherni così come le tentazioni ma il Santo resistette sempre. Solo nel 1551, dopo lunga insistenza del suo padre spirituale Persiano Rosa, si decise a prendere i voti e diventare sacerdote. Filippo divenne ben presto noto grazie all’esercizio della confessione che usava come occasione di dialogo con i penitenti. A Filippo si deve la creazione dell’Oratorio, che fu dichiarato Congregazione da Papa Gregorio XIII, il quale concesse come dimora la chiesa di Santa Maria in Vallicella. Egli era un educatore bonaria che impartiva in modo paziente tutti i suoi insegnamenti ai discepoli. Più avanti nella sua età strinse amicizia con il Cardinale Borromeo di Milano. Tra il 1581 e il 1595 i problemi di salute e i lutti dovuti a una carestia diffusasi nel sud Italia ma soprattutto a Roma portarono dispiaceri e difficoltà a Filippo. Quando si ammalò più gravemente il Cardinale Borromeo arrivò da Milano per dargli l’ultima carestia. Morì a Roma il 26 maggio 1595.

Gli altri Beati di oggi

Ci sono anche altri Santi e Beati celebrati il 26 maggio In questo giorno cadono anche le ricorrenze di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, Sant’Eleuterio, San Desiderio e Beato Andrea Franchi.

Il video della sua storia in cartoni animati