Il 26 maggio è la giornata che la chiesa cattolica dedica a San Filippo Neri. Il santo, nato come Filippo Romolo Neri, è stato un educatore e un presbitero e la sua santificazione è avvenuta nel 1622. Viene ricordato anche per essere stato l’ideatore del cosiddetto giro delle sette chiese di Roma, in opposizione ai culti pagani legati al carnevale. Nell’iconografia classica, Filippo viene sempre rappresentato con un giglio, simbolo di purezza, e con un libro, visto che l’educazione è stato uno degli strumenti utilizzati dal Santo per riuscire a strappare i ragazzi dalla perdizione della strada.



Il suo culto è molto sentito in tutta Italia, tanto da essere scelto come patrono di diverse località. Fra queste ci sono Gioia del Colle, in provincia di Bari; Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento; Carbognano, in provincia di Viterbo. Tantissime anche le chiese a lui dedicate ma una delle più belle è sicuramente quella di San Filippo Neri di Lodi, realizzata completamente in stile barocco.



San Filippo Neri, la vita

San Filippo Neri nasce a Firenze il 21 luglio del 1515 da una famiglia che svolge la professione di notaio. Molto giovane perde la mamma ma la seconda moglie del padre lo accudisce con grande affetto. Compie i suoi studi a Firenze, presso il convento di San Marco, e si avvicina alla religione cattolica, anche grazie allo studio di alcuni testi come le Laudi scritte da Jacopone da Todi e le Facezie del Pievano Arlotto, un libro umoristico e religioso scritto da un religioso di Firenze. A 18 anni Filippo si trasferisce a Cassino perché lo zio vuole avviarlo alla professione di commerciante. In realtà proprio nella Città Eterna il giovane si rende conto di voler prendere i voti così quando lo zio muore e gli lascia in eredità tutti i suoi averi, Filippo rifiuta per dedicarsi alla vita umile e dedicata alla preghiera. Trova lavoro come precettore a casa di Galeotto Caccia che ha due figli e non gli può offrire molto: il suo pagamento consiste in una piccola stanza dove dormire e in un sacco di grano che Filippo fa trasformare dal fornaio in pagnotte. Per il resto digiuna, prega e studia teologia all’università. Qualche tempo dopo, però, Filippo è protagonista di un episodio mistico che gli cambia la vita e così decide di abbandonare quella che lui considera una vita troppo comoda e inizia a fare l’eremita, vivendo in strada. Particolari le sue tecniche per riuscire a conquistare i giovani: prima li avvicina con barzelletti e battute di spirito, poi spiega loro la parola di Dio, riuscendo a crearsi un grande seguito. Fino al 1551 Filippo si dedica alla cura dei bisognosi e degli infermi, poi decide di prendere i voti e così si trasferisce a vivere nel convento di san Girolamo della Carità. Ben presto capisce che per tenere i giovani lontani dalle tentazioni e vicini a Dio, occorre dare loro gli spazi giusti. Per questo motivo fonda i primi oratori dove i ragazzi più difficili trovano sostegno ma anche ascolto e comprensione, concetti molto distanti dai metodi educativi impositivi dell’epoca. Nel 1595 le sue condizioni di salute si aggravano moltissimo a causa di una patologia che lo tormentava da tempo. Il 25 maggio, però, Filippo sembra miracolosamente guarire, tanto che può celebrare la messa e impartire la benedizione a tutti i ragazzi del suo oratorio. La notte fra il 25 e il 26, però, muore improvvisamente.



Tutti gli altri Beati

Fra gli altri Santi che la chiesa cattolica festeggia nella stessa giornata ci sono anche San Berengario, sant’Eleuterio, san Gennadio, san Pardo, san Prisco, san Quadrato, la beata Giannetta e santa Felicissima.

Video, il racconto della sua vita