Tutti gli anni, il 14 giugno, si celebra San Fortunato di Napoli, considerato il primo Vescovo della città, secondo le informazioni storiche in nostro possesso. La data di oggi che affianca il nome del Santo è riportata nel “Calendario marmoreo” scolpito intorno al IX secolo e conservato nel Duomo di Napoli, ma sono diversi i calendari che riportano lo stesso giorno, compreso il più classico Martirologio Romano. Il suo episcopato viene collocato nella seconda metà del IV secolo. Anche se non ci sono riferimenti più precisi in merito, sono gli eventi a indicare il periodo, poiché San Fortunato ebbe un ruolo chiave nel difendere la Chiesa, in particolare la sua diocesi, dagli attacchi dei cosiddetti “ariani”.



L’eresia ariana e la difesa della dottrina da parte di San Forunato

Ario di Alessandria, scerdote alessandrino, fu il promotore di questa nuova versione della natura di Cristo, considerata non più divina, ovvero “generata e non creata della stessa sostanza del Padre”, ma espressione di una creatura in carne ed ossa come tutti i mortali. Le diatribe intorno a quest’idea furono molto accese, coinvolsero anche il mondo civile e sfociarono in veri atti di violenza con molti sacerdoti uccisi.



Sappiamo che Fortunato fu vescovo ed è anche possibile datare il suo episcopato a grandi linee, grazie a un documento religioso recapitato a lui e ad altri, che aveva come oggetto quanto discusso in un conciliabolo Ariano svoltosi a Filippopoli, contestualmente a quello di Sardica. Partendo da queste lettere è stato quindi possibile stabilire l’età in cui San Fortunato di Napoli è vissuto, perché il conciliabolo di Sardica si è tenuto tra il 342 e il 344. San Fortunato fu uno strenuo difensore della purezza della dottrina e protesse la sua diocesi dagli attacchi dei sacerdoti orientali che tentarono in tutti i modi di portarlo dalla loro parte.



La Basilica di San Fortunato e le sue reliquie

Fortunato fece costruire una basilica cimiteriale che prese il suo nome, nella valle della Sanità, nei pressi della catacombe di S. Gaudioso e fu proprio questo luogo che ospitò le sue spoglie dopo la sua morte. Successivamente, vennero seppelliti accanto a lui anche i resti del decimo Vescovo di Napoli, San Massimo, per desiderio del suo successore, San Severo. Massimo morì in esilio in Oriente, proprio durante le lotte dell’eresia ariana, e questo era un modo per celebrare entrambi “i combattenti” dell’autentica dottrina.
Sotto l’episcopato del vescovo Giovanni lo Scriba invece, le reliquie di entrambi i Vescovi furono spostate nella “Stefania”, l’antica cattedrale di Napoli.

Gli altri Santi del giorno

Il 14 giugno di ogni anno, oltre a festeggiare San Fortunato di Napoli, vengono ricordati anche Sant’Eliseo profeta, San Proto martire, San Valerio, San Rufino, Sant’Eterio, San Metodio e Sant’Antastasio.