Il 4 giugno di ogni anno, la Chiesa celebra San Francesco Caracciolo, sacerdote italiano vissuto nel XVI secolo e fondatore dell’ordine dei Chierici regolari minori, detti anche Caracciolini, la cui genesi avvenne con una modalità insolita.
La vita di San Francesco Caracciolo: una congregazione nata da uno scambio di persona
Francesco Caracciolo nacque in una famiglia nobile: da don Ferrante Caracciolo, signore di Villa Santa Maria, e Isabella Barattucci, nobile dama di Teano. Alla nascita fu battezzato con il nome di Ascanio e per tutta la sua giovinezza visse una vita agiata, ricevendo la preparazione didattica adeguata alla sua posizione.
Poco più che ventenne fu colpito da una terribile malattia che gli sfigurò il viso. Ascanio fece quindi il voto di dedicare la sua vita alla Chiesa in caso di guarigione. Fu così che, guarito, si spostò a Napoli per iniziare i suoi studi teologici. Ascanio venne ordinato quindi sacerdote e, fin da subito, dedicò tutte le sue energie alla cura dei più poveri e bisognosi.
Qualche tempo dopo, a causa di uno scambio di persona, ricevette una lettera destinata ad un suo omonimo in cui veniva invitato a fondare una nuova congregazione.
Quanto avvenuto fu visto come un segno della provvidenza, così Ascanio si unì a Giovanni Agostino Adorno e a Fabrizio Caracciolo e fondarono la congregazione dei Chierici regolari minori presso l’eremo di San Salvatore di Napoli ai Camaldoli. Il 9 aprile 1589 Ascanio professò solennemente i voti e prese il nome di Francesco; grazie alla sua fede e al suo profondo impegno, la congregazione si diffuse non solo in Italia, ma anche all’estero, in particolare in Spagna.
I miracoli e la canonizzazione
A San Francesco Caracciolo sono attribuiti numerosi miracoli, il primo dei quali avvenuto proprio il giorno dei suoi funerali, l’11 giugno 1608, quando un uomo “rattrappito” fu completamente guarito.
San Francesco Caracciolo divenne beato il 10 settembre 1770 e fu proclamato santo il 24 maggio 1807 da Papa Pio VII.
I Patronati di San Francesco Caracciolo: protettore dei cuochi
È uno dei patroni del capoluogo campano, oltre ad essere protettore dei cuochi italiani, e le sue reliquie sono custodite da quasi 200 anni presso la Chiesa di Santa Maria di Monteverginella a Napoli. San Francesco Caracciolo è ricordato in particolare nelle cittadine di Villa Santa Maria e di Agnone. Villa Santa Maria è un piccolo paese di poco più di mille abitanti della provincia di Chieti, in Abruzzo. Questa cittadina è famosa nel settore culinario, poiché generazione dopo generazione ha formato un elevato numero di cuochi, tanto da essere conosciuta come la “Patria dei cuochi”. È proprio qui che nacque San Francesco Caracciolo che, non a caso, è stato nominato patrono della categoria.
Inoltre negli anni ’60 è stato fondato un importante istituto alberghiero e realizzato il Museo del cuoco all’interno del celebre Palazzo Caracciolo. È proprio qui che, ogni anno, dall’1 al 4 giugno, si tiene il famoso Cammino vocazionale e missionario, un percorso di oltre 30 chilometri che unisce Villa Santa Maria, Montelapiano, Roio del Sangro ed Agnone, in ricordo dei tanti viaggi compiuti dal Santo nel corso della sua vita. Il cammino inizia da Roio del Sangro fino a Villa Santa Maria, percorso durante il quale i fedeli passo dopo passo si uniscono in preghiera ammirando il bellissimo paesaggio naturalistico della zona.
Il 4 giugno, giorno in cui viene ricordato San Francresco Caracciolo, il cammino termina con un delizioso pranzo al sacco presso il convento dei Filippini, luogo dove il Santo si riposò di rientro dal suo ultimo viaggio, prima di morire pochi giorni dopo a causa di una febbre violenta.
Gli altri Santi del giorno
Il 4 giugno la Chiesa celebra anche: San Quirino di Siscia, Vescovo e martire; San Petroc, Abate; San Gualterio, Abate; Santi Nicola e Trano, Anacoreti; Beato Pacifico Ramati da Cerano, Sacerdote; San Quirino di Tivoli, Martire; San Metrofane di Bisanzio, Vescovo; Sant’ Ottato di Milevi, Vescovo; Beato Antonio Zawistowski e Stanislao Starowieyski, Martiri; San Filippo Smaldone, Sacerdote; Santa Isabella Maria della Passione