San Francesco Caracciolo si celebra il 4 giugno come ogni anno. Il Beato è stato beatificato da papa Clemente XIV nel 1770 e santificato da Pio VII nel 1807. È il compatrono della città di Napoli e patrono dei congressi eucaristici abruzzesi oltre che dei cuochi italiani. Il Beato è il compatrono di Napoli insieme a San Gennaro, dal 1840, inoltre viene considerato il patrono dei congressi eucaristici abruzzesi e dei cuochi d’Italia. Oltre a Francesco Caracciolo il 4 giugno si festeggiano San Quirino di Siscia, Beato Antonio Zawistowski e Stanislao Starowieyski. I martiri San Filippo Smaldone, San Gualtiero, San Metrofane di Bisanzio, i Santi Nicola e Trano, Sant’Ottato di Milevi, Beato Pacifico Ramati da Cerano, San Quirino di Tivoli, Santa Isabella e Suora Clarissa.
San Francesco Caracciolo, la sua vita
San Francesco Caracciolo nacque a Villa Santa Maria dal padre Ferrante Caracciolo e Isabella Barattucci, che gli diedero il nome di Ascanio. Le sue origini erano nobili e venne per questo cresciuto secondo le tradizioni della sua casta, anche se fin da piccolo le sue inclinazioni religiose erano ben evidenti. A ventidue anni venne colpito dalla lebbra e rimase sfigurato in volto. Durante il periodo di malattia fece voto di abbracciare lo stato ecclesiastico nel caso fosse guarito. Si trasferì quindi nella città di Napoli per adempiere al suo voto e cominciò a dedicarsi alla scrittura e alla lettura dei testi teologici, soprattutto di Tommaso d’Aquino. Nel 1587 venne ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa. La sua opera di carità fu rivolta specialmente ai poveri e agli infermi, ma anche ai carcerati e ai condannati a morte. Divenne infatti membro della compagnia dei Bianchi, che si dedicava proprio a loro.
A causa di uno scambio di persona all’interno della compagnia dei Bianchi, gli venne consegnata una lettera da parte di Giovanni Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo, i quali lo invitavano ad unirsi a loro nella creazione di una nuova congregazione religiosa. Anche se avvenne questo malinteso, Ascanio fu comunque ammesso nel nuovo ordine, divenendo membro e fondatore dell’istituto. I tre uomini si ritirano nell’eremo dei Camaldoli presso Napoli, e qui stesero la regola della congregazione dei Chierici Regolari Minori, la quale imponeva ad ogni membro di non ambire ad alcuna dignità ecclesiastica. Per rendere ufficiale tale regola i due omonimi di recarono a Roma, dove Sisto V attraverso la bolla Sacrae relogionis, diede la sua approvazione, il 1° luglio 1588. Nel 1589 Ascanio celebrò la cerimonia che ufficializzava la scelta dei suoi voti, assumendo quindi il nome di Francesco. Alla morte dell’Adorno, che fino a quel momento era stato la guida spirituale della compagnia dei Bianchi, Caracciolo ne divenne superiore generale, dando da quel momento in poi grande impulso e spinta all’ordine tanto da estenderlo a tutto il paese e anche all’estero, fondando diverse chiese. Nel 1607 lasciò la congregazione dei Chierici Regolari Minori, di cui non volle più assumere nessuna carica all’interno dell’ordine. In suo onore però la congregazione assunse il nome di caracciolini. L’ordine degli Oratori diAnioni dimostrò particolare interesse per questi ultimi, così Caracciolo si recò in Molise per discutere della questioni con i padri dell’ordine. Con l’occasione, durante il viaggio si recò a trovare i parenti a Montelapiano, ma morì presso gli oratori di Agnone prima che potesse tornare a Napoli.