San Gennaro potrebbe diventare a breve patrimonio dell’Unesco. L’idea è datata ma è stata presentata concretamente solo nella giornata di ieri, come scritto dai colleghi del quotidiano Il Mattino, presso la Chiesa cattedrale di Napoli dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita. San Gennaro è uno dei santi più venerati al mondo, e basti pensare che sono ben 25 milioni, in ogni angolo della terra (non solo nel capoluogo campano), i devoti appunto al santo di cui sopra. Per capire la portata del fenomeno come non citare il famoso rito della liquefazione del sangue, che si ripete tre volte ogni anno, fra cui l’appuntamento più atteso del 19 settembre, evento che attira nella città partenopea migliaia di turisti provenienti da ogni angolo dell’Italia e del mondo. L’obiettivo della Chiesa di Napoli, scrive ancora il Mattino, è promuovere ancora di più il culto e la devozione nei confronti del santo patrono napoletano e della Campania, come bene immateriale dell’Unesco.
SAN GENNARO PATRIMONIO UNESCO: LE REALTA’ CHE PROMUOVONO LA CAUSA
Non sarà affatto semplice raggiungerlo, in quanto l’iter previsto è molto lungo, ma intanto è già partito con la creazione del comitato promotore denominato “Culto e devozione di San Gennaro a Napoli e nel mondo”. Il cardinale Sepe, a riguardo, ha spiegato: “Se ne era cominciato a parlare in forma un po’ fumosa. Poi San Gennaro ci ha sciolto e ha messo in moto la macchina”. L’iniziativa è stata promossa dalla Federico II, l’università degli studi di Napoli, insieme al Centro interdipartimentale Lupt, nonché con la Fondazione diocesana Fare Chiesa e Città, la Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, il Pio Monte della Misericordia, il Museo Diocesano di Napoli, il ComplessoMonumentale di Donnaregina, il Comitato Diocesano San Gennaro -Guardia di Onore alla Cripta, l’Associazione «I Sedili diNapoli» Onlus, la Fondazione Ferrante Sanseverino,l’Associazione Sebeto ed Icomos International Council onMomuments and Sites. Durante la messa di ieri Sepe ha esposto San Gennaro per la prima volta senza gli abiti religiosi, la mitra e il piaviale.