San Gennaro pensaci tu… Non solo a Napoli, come tradizione vuole, ma in tutto il mondo dopo il lancio della rete internazionale di fedeli sangennaroworldwidenertwork.com in concomitanza con la candidatura del culto del santo a patrimonio immateriale dell’Unesco. Un riconoscimento fortemente voluto dalla comunità campana che già iscrive il fenomeno nel suo patrimonio regionale.



L’iniziativa può contare su due alfieri di primo livello: il cardinale uscente Crescenzio Sepe, che ha incardinato il procedimento e ne conserva la guida, e quello entrante Domenico (Mimmo) Battaglia che ha subito accettato di assecondare il progetto dando continuità a un’azione che coinvolge, secondo le ultime stime, almeno 25 milioni di persone dislocate in tutti i paesi del globo.



Come spesso accade all’ombra del Vesuvio, al sacro si accoppia il profano. A supporto della Curia, rappresentata operativamente da padre Adolfo Russo, si schierano infatti anche l’Università Federico II con l’architetto Guglielmo Trupiano e l’Icomos Italia guidata dall’architetto-ingegnere Maurizio Di Stefano che funziona un po’ da motore della complessa macchina che si è messa in moto.

Sono della partita, in una processione che comincia ad allungarsi, il custode e animatore delle Catacombe Antonio Loffredo, la Deputazione della Real Cappella del Tesoro con Pierluigi San Felice di Bagnoli, il presidente della Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo, il segretario generale del Corpo consolare partenopeo Mariano Bruno, i diversi comitati che si riferiscono al Patrono.



Non mancano la Regione Campania – con il suo presidente Vincenzo De Luca e la responsabile delle Politiche culturali Rosanna Romano – e scienziati, artisti, uomini di cultura e di chiesa, imprenditori, dirigenti pubblici come Antonio Giordano, Lello Esposito, Enzo Avitabile, Roberto De Simone, Maurizio De Giovanni, Guglielmo Trupiano, Cettina Lenza, Nadia Murolo, Paolo Iorio, Paolo Giulierini.

Tutti insieme per fare massa critica e attrarre e orientare verso l’obiettivo comune i tantissimi nuclei di devoti censiti nei cinque Continenti a partire dagli Stati Uniti dove si è stabilito un collegamento speciale con la Niaf – National Italian American Foundation -, la maggiore tra le organizzazioni rappresentative della tradizione italo-americana. Insomma, una rete senza confini.

Con un buco nella maglia. Spiccano per l’assenza, infatti, il Comune di Napoli e il suo sindaco Luigi de Magistris impegnato nelle prime schermaglie della battaglia elettorale per la presidenza della Regione Calabria dove vorrebbe approdare dopo aver lasciato macerie – morali e materiali – nella capitale di un Mezzogiorno alla perenne ricerca del riscatto che non arriva (e forse si allontana).

Allora meglio affidarsi al santo perché le persone di buona volontà, che sono tante e sicuramente la maggioranza, non riescono da sole a invertire una tendenza al declino a malapena celata, mediaticamente, dalla retorica del lungomare liberato (ora disastrato da una violenta mareggiata) e di qualche altra trovata pubblicitaria così avvilente che l’ultima volta il sangue amico neanche si è sciolto.

San Gennaro vive e palpita con la sua città d’elezione e veglia sulla sicurezza dei suoi abitanti come quando, nel Seicento, il suo busto portato in processione fermò la lava del Vesuvio. Ma ora deve compiere un miracolo moderno: deve proteggerci dalla pandemia e dai tanti ciarlatani che ancora occupano posizioni di rilievo ignorando che un’epoca è finita e se ne deve aprire un’altra.

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