La storia di San Gennaro è legata in modo indissolubile alla città di Napoli, di cui è patrono e dove il culto è sentito in modo molto forte da tutta la popolazione. Viene celebrato in particolare il 19 settembre, giorno della sua morte. A San Gennaro è attribuito un miracolo molto importante: la fine dell’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1631. Si racconta infatti che la popolazione, spaventata dall’evento naturale, avrebbe portato in processione le sue reliquie, esponendole proprio di fronte al vulcano attivo che proprio in quel momento avrebbe arrestato la sua furia, salvando la città intera.



Oltre che di Napoli è patrono di altre città italiane come Folignano, Torre del Greco, Somma Vesuviana e Afragola. La festa di San Gennaro è una delle più attese e celebrate da tutti gli abitanti di Napoli, il 19 settembre si svolgono messe, processioni e il rito della liquefazione del sangue che viene poi lasciato esposto per l’adorazione dei fedeli. Ma c’è spazio anche per tradizioni più popolari come canti e balli e bancarelle di tutti i tipi disseminate lungo le vie del paese. Essendo gli Stati Uniti terra di emigranti provenienti soprattutto dal sud, il culto di San Gennaro è molto sentito anche nella città di New York dove (verso la metà di settembre) si celebra una festa in onore proprio del Santo: vengono preparati piatti tipici della tradizione italiana e tutti si trovano in strada rievocando le proprie origini partenopee.



San Gennaro, la vita

In realtà non sappiamo molto della vita di San Gennaro, la sua data di nascita è molto incerta ma pare che sia stata intorno al 200 (più precisamente la data assunta come ufficiale è il 21 aprile 272), così come il luogo. Partendo dal presupposto che egli è stato vescovo di Benevento, alcuni studiosi ritengono che sia proprio essa la città natale di San Gennaro, mentre altri credono che sia Napoli. Quello che si sa è che fu arrestato da Dragonzio, governatore della Campania, per professione della fede Cristiana. Siamo infatti all’epoca dell’Imperatore Diocleziano che perseguiva chiunque professasse questa fede, in contrasto con il culto romano dominante all’epoca. Dopo l’arresto fu condotto, insieme ad altri prigionieri, alla Solfatara di Pozzuoli dove venne decapitato.



Intorno alla sua figura circolano numerose credenze popolari, si narra ad esempio che la pena che originariamente doveva essergli inflitta era quella di essere sbranato da delle fiere ma esse, dopo aver visto San Gennaro, si inginocchiarono al suo cospetto. Un’altra racconta che, condannato dal giudice Timoteo ad essere torturato e gettato in una fornace ardente, nessuna delle torture ebbero effetto su di lui e riuscì ad uscire illeso dalla fornace, senza che i vestiti fossero intaccati dal fuoco. Dopo la sua decapitazione, una donna di nome Eusebia, raccolse in due ampolle il sangue del Santo, dando origine al culto molto popolare a Napoli.

Nel Duomo di Napoli infatti, secondo la tradizione, sono custodite alcune delle ossa del Santo ma soprattutto due ampolle contenenti il suo sangue. Proprio il miracolo dello scioglimento del sangue, che avviene il primo sabato del mese di maggio, il 19 settembre (giorno del Patrono) e il 16 dicembre, è divenuto simbolo di buon auspicio per l’anno a venire. Le ampolle vengono conservate in una teca nella cappella del Tesoro di San Gennaro, meta di pellegrinaggio da tutto il mondo e dove sono conservate anche altre reliquie come la collana e la sua tiara.

Video, la sua storia