San Giorgio si celebra come ogni anno il 23 aprile. Numerose sono le feste e le sagre dedicate a San Giorgio, a Gubbio, Siena, Ferrara (dove gli viene dedicato uno specifico palio), nella garganica Vieste o nel Palermitano (Piana degli Albanesi), così come a Ragusa, a Chieuti (FG) o nella barese Locorotondo (ma l’elenco è veramente lunghsssimo). Ognuna di queste feste può avere una prima celebrazione nel canonico 23 aprile (giorno del martirio), venendo a volte ripreso in forma di sagra ulteriore anche in periodi dell’anno diversi (ad es. nella sarda Villaputzu il 15 maggio il Santo esce in processione su un carro trainato da buoi, accompagnato da suonatori di luneddas e gruppi in costume folkloristico tipico).
In Italia il culto di San Giorgio è diffuso su tutto il territorio nazionale, e comprende i capoluoghi di Ferrara, Reggio Calabria e Ragusa, quello di regione di Campobasso, oltre a un centinaio di comuni intitolati al Santo medesimo (S. Giorgio a Cremano, S. Giorgio Ionico, S.G. di Mantova, su Legnano, in Bosco etc. per un totale di ben ventuno comuni che portano il suo nome per esteso). All’estero San Giorgio è patrono di Lituania, Portogallo, Inghilterra (Paese in cui la Croce del Santo, rossa in campo bianco diventa complementare con la croce di San Giovanni Battista; a Genova fu adottata come vessillo della Repubblica e utilizzata dai crociati), Montenegro, Etiopia e Georgia, oltre che dell’Aragona. San Giorgio è inoltre il patrono degli scout e delle guide. Oltre a S.Giorgio, il 23 aprile si festeggia Sant’Adalberto di Praga martire e la Beata Maria Sagheddu, vergine sarda morta nel 1939.
San Giorgio, la sua vita
Santo tra i più amati e venerati del calendario cristiano, San Giorgio visse e morì giovanissimo (275-285 c.a.-23 aprile 303) sotto il regno di Costantino I, ricevendo il titolo di ‘grande martire’ (‘megalomartire’) e affrontando il supplizio in una temperie del tutto peculiare rispetto all’intero pantheon dei martiri. L’apologia di San Giorgio rappresenta infatti un raro (se non unico, se si esclude il famoso Lazzaro) esempio di personaggio cristiano che sia morto e risorto (oltre al Cristo medesimo). Il martirio di Giorgio, originario della Cappadocia ed educato al cristianesimo da famiglia benestante, avviene sotto Diocleziano dopo che il giovane ebbe donato tutto ai poveri e si professò cristiano davanti all’imperatore e alla corte. Giorgio rifiutò l’abiura e per questo venne battuto, lacerato, sospeso e incarcerato con ignominia; il suo corpo fu quindi diviso in due da una ruota chiodata irta di spade, ma il Santo resuscitò convertendo con questo prodigio militi e ufficiali e la stessa imperatrice Alessandra, i quali furono poi tutti martirizzati per la professione di fede.
Dopo la resurrezione di due morti da quasi cinquecento anni, Giorgio fu di nuovo condannato da Diocleziano e quindi decapitato, e le sue reliquie furono portate nell’attuale Israele nella località di Lydda (dove rientra anche nella venerazione del rito greco-ortodosso e il rispetto dell’agiografica islamica, che lo considera tra i ‘Profeti’). San Giorgio è molto conosciuto anche per il mito dell’uccisione del Drago, in una floridissima galleria di dipinti sparsi in tutto il mondo e che lo accomuna a San Michele. La leggenda narra che San Giorgio abbia liberato la figlia di un re locale della Libia che era stata offerta in sacrificio del mostro archetipico: il santo ferisce il drago con una lancia e gli stringe al collo la propria cinta, così da portarlo in città come fosse un agnellino. L’iconografia di questo leggendario evento diverrà, nel corso di tutto il Medioevo, ricorrente ed emblematica dell’eterna lotta tra il bene e il male, e verrà usata da numerosi ordini cavallereschi (il Teutonico, il Sacro Ordine Militare Costantiniano di San Giorgio, l’Ordine di Calatrava e molti altri) come proprio vessillo o stemma.