Il 31 gennaio si commemora San Giovanni Bosco, universalmente noto come don Bosco, uno dei santi più amati al mondo, fondatore della congregazione dei Padri Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Don Bosco è anche il protettore della scuola, dell’insegnamento e dei giovani a cui ha dedicato tutta la sua vita di sacerdote e pedagogo illuminato. Non si contano le celebrazioni che si tengono il 31 gennaio in Italia e nel mondo in onore di San Giovanni Bosco, ma il suo culto è sentito soprattutto a Torino, dove si è spento e ha svolto gran parte del suo apostolato. Nel comune di Castelnuovo Don Bosco, in località Morialdo, si può visitare la casa-museo dove il Santo visse dai 2 ai 12 anni.
Castelnuovo è anche famoso per i campi di lavanda e papaveri che attirano visitatori da ogni dove. Ciro e Giovanni martiri, patroni di Vico Equense dove ogni anno si celebra una processione in loro onore. Il primo era un monaco e medico alessandrino, a cui si attribuiscono guarigioni miracolose, Giovanni un soldato suo seguace, decapitati nel 303 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano. Il 31 gennaio si festeggiano anche Santa Marcella e Sant’Eusebio.
San Giovanni Bosco, la vita
San Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 da una famiglia di agricoltori nelle campagne di Castelnuovo d’Asti oggi Castelnuovo Don Bosco. La sua non fu un’infanzia facile, fin da piccolo dovette soffocare la sua sete di sapere che poi soddisferà più tardi, diventando anche scrittore di testi didattici a sfondo educativo, utilizzati ancora oggi per la loro attualità in ambito scolastico e accademico, quali “La Storia Sacra”, “La Storia Ecclesiastica” e “Il giovane provveduto”, oltre a numerose biografie. Nei rari momenti di svago si divertiva a improvvisare spettacoli di magia nelle piazze, con l’intento di incuriosire i giovani e convincerli a seguirlo in chiesa, una sorta di evangelizzazione “ante litteram” frutto del suo innato istinto di credente e divulgatore di fede. A 9 anni l’episodio che gli cambiò la vita: mentre si trovava in piazza con altri ragazzi e tentava di dissuaderli dal bestemmiare, si avvicinò a lui un uomo dall’aspetto imponente che gli consigliò di comportarsi con i compagni blasfemi in modo più mansueto e caritatevole. Fu il primo germe della sua futura scelta sacerdotale.
Nel frattempo, la convivenza in famiglia si era fatta insopportabile al punto che un giorno, dopo un alterco con il fratellastro, abbandonò la casa paterna per trasferirsi come garzone nella vicina cascina Moglia. Da allora il giovane Giovanni svolse i più umili lavori di fatica (calzolaio, fabbro, falegname) per vivere e pagarsi gli studi ecclesiastici, al termine dei quali fu ordinato sacerdote nel 1841. Nel successivo triennio teologico maturò, anche grazie all’incontro con il teologo Luigi Guala, la propria missione di salvatore d’anime dei giovani poveri e sbandati che incontrava ai margini della periferia torinese. Pur tra mille difficoltà riuscì a fondare un oratorio presso il convitto di San Francesco, che divenne ben presto luogo di incontro e svago per tanti giovani. Fu la prima di una lunga serie di oratori fondati da don Bosco, fra cui nel 1847 quello di San Luigi alla stazione di Porta Nuova. Don Bosco ha poi ampliato la sua opera di evangelizzazione in giro per il mondo seminando ovunque il suo credo. Morì il 31 gennaio 1888 a Torino, un secolo dopo Papa Giovanni Paolo II lo definì “padre e maestro della gioventù”.