San Giovanni Nepomuceno è il Santo protettore dei calunniati. Si ricorda il 20 marzo e il nome viene dalla sua città di origine in Boemia, Nepomuk. Il Santo è patrono della Boemia e della Slovacchia. Si tratta di luoghi pieni di storia e di devozione, il cui centro è sicuramente Praga, dove poter visitare e ripercorrere i luoghi della vita di questo santo. Attualmente, il corpo si trova nella cattedrale di san Vito, dove è possibile pregare davanti alla testa di San Luca evangelista e di Sant’Anania.
Venne riconosciuto e venne portato alla vicina chiesa di Santa Croce, proclamandone subito il culto come Santo. Ancora oggi, una croce posta tra il sesto e il settimo pilastro del ponte ricorda il delitto. Quando si venne a sapere quanto Venceslao aveva ordito, il popolo e la corte si sollevarono e riuscirono a imprigionarlo. Il 20 marzo si ricordano anche San Martino di Braga, san Vulfranno, i Santi Martiri di San Saba, Santa Maria Giuseppina del Cuore di Gesù e il Beato Battista Spagnoli.
San Giovanni Nepomuceno, il martire del sigillo sacramentale della confessione
San Giovanni Nepomuceno viene considerato come il martire del sigillo sacramentale della confessione. Infatti, per proteggere quanto gli era stato rivelato, pagò con la vita in quanto sacerdote davanti a un re tirannico che gode di poca stima tutt’oggi, Venceslao, che non aveva compreso l’importanza di questo sacramento. Questi, sospettoso verso tutti, non si fidava nemmeno di San Giovanni Nepomuceno. Presto nella città di Praga crebbe la fama di questo sacerdote di umili origini che aveva studiato in un monastero cistercense e si era laureato in teologia sorprendendo i suoi insegnanti per intelligenza e acutezza di spirito. Si distingueva inoltre per capacità oratoria e questa sua dote convinse l’arcivescovo di Praga ad eleggerlo canonico della cattedrale. Venceslao, incuriosito, lo volle come oratore di corte.
La moglie, affascinata dalle parole sante che sentiva proferire dal sacerdote, lo scelse come suo confessore. Per questo motivo, il re iniziò a covare rancore verso di lui poichè era riuscito a guadagnarsi la stima e il rispetto di tutti nonostante le umili origini. Iniziò a cercare di metterlo in imbarazzo in vari modi, arrivando addirittura a pensare che ci fosse in atto una relazione illecita con la moglie. Venne perciò processato e condannato. Alla vigilia della festa dell’Ascensione del 1383, i sicari di Venceslao rapirono san Giovanni Nepomuceno e lo gettarono dal famoso Ponte Carlo nel fiume Moldava. Secondo la leggenda, al giorno seguente, quando i cittadini si affacciarono dal ponte e notarono il cadavere galleggiare, lo videro circondato da fiamme.