La festa di San Giuseppe Artigiano è stata istituita ufficialmente il Primo maggio del 1955 da Pio XII con lo scopo di sostenere i lavoratori nel riconoscimento del senso cristiano del lavoro. La Chiesa Cattolica ricorda il Santo il 19 marzo con una solennità a lui dedicata. Alla figura di San Giuseppe sono dedicate alcune feste e sagre che si tengono in diverse città italiane. Tra queste non si possono non ricordare la Festa di San Giuseppe Lavoratore a San Donà di Piave (TV) dove il 1° maggio si tiene una processione animata dalla corale parrocchiale, la sagra di Gemona del Friuli (UD) e quella della Parrocchia di San Biagio di Bonconvento a Sala Bolognese (BO). San Giuseppe è patrono di alcune città italiane come Marzabotto (BO), Castions di Strada (UD), Moio di Alcantara (ME) e Valmozzola (PR). Tra questi Marzabotto è un comune della città metropolitana di Bologna e appartenente anche all’Unione dell’Appenino Bolognese. La località è tristemente nota per l’eccidio compiuto dai nazifascisti il 29 settembre 1944. L’esistenza di Marzabotto è nota fin dal 1551, ma resti di una città etrusca risalente al VI secolo a.C. fanno pensare che fosse abitata fin da tempi antichi. Oltre a San Giuseppe Lavoratore il 1° maggio si ricordano anche Sant’Agostino Schoeffler, sacerdote e martire; San Geremia, profeta; San Riccardo Pampuri, religioso e San Pellegrino Laziosi.
San Giuseppe, la sua vita
San Giuseppe, discendente della casa reale di David, sposo di Maria e padre terreno di Gesù, è definito nei Vangeli come falegname, fabbro e carpentiere. Oltre che essere un gran lavoratore, motivo per cui viene spesso raffigurato con in mano una sega o un pezzo di legno, nelle Sacre Scritture gli viene spesso attribuito l’appellativo “il Giusto”, da intendersi come colui che ama e rispetta la legge in quanto diretta volontà di Dio. L’obbedienza alla legge di Dio caratterizza tutta la sua vita, da quanto in età avanzata si fidanza di Maria e in seguito alle rassicurazioni ricevute in sogno dall’angelo dice anch’egli il suo “sì” al disegno divino. Nel momento in cui Gesù inizia la sua vita pubblica Giuseppe non è più citato e ciò fa pensare che probabilmente è già morto anche se non vi sono riferimenti in merito. Tuttora non si sa dove è situata la sua tomba. La vita di Giuseppe è stata scandita principalmente dal suo lavoro con cui ha sempre provveduto al sostegno della sua famiglia, tant’è che Gesù nei Vangeli viene definito anche “il figlio del carpentiere” o “del legnaiuolo”, proprio in riferimento all’attività del padre. Per tutte queste sue caratteristiche è riconosciuto come il patrono dei lavoratori, dei carpentieri, degli economi, dei falegnami, dei moribondi, dei padri e dei procuratori legali.