Il 3 settembre di ogni anno, nel calendario romano, viene ricordato il Pontefice e Dottore della Chiesa Cattolica San Gregorio Magno. Fu politico, prima di diventare Papa e il suo ruolo di pacificatore, con le sue doti diplomatiche, portarono all’armistizio con i Longobardi. Un influente personaggio della storia della cristianità, visse tra il 540 circa e il 12 marzo del 604, quando morì di gotta, dopo una lunga malattia.



La vita di San Gregorio Magno

Secondo la tradizione, San Gregorio Magno è nato a Roma da una famiglia aristocratica. I suoi genitori erano dei patrizi e suo padre sembra abbia ricoperto la carica di regionarius (all’epoca una sorta di funzionario che doveva occuparsi dell’ordine pubblico, in determinate situazioni). Sua madre era probabilmente di origine siciliane e sembra che, a un certo punto, si ritirò nel monastero di Cella Nova non appena il figlio Gregorio decise di rendere la casa paterna un cenobio. Non si conoscono con la precisione i luoghi presso i quali San Gregorio Magno abbia portato avanti la sua formazione culturale, ma certamente era particolarmente erudito e conosceva benissimo alcuni autori classici tipici della storia romana come Cicerone e lo stesso Virgilio, senza dimenticare il filosofo Seneca.



Nella sua prima parte di vita, intraprese un percorso differente da quello religioso, perché iniziò ad occuparsi di politica, ricoprendo il ruolo di praefectus urbi. Nel 579 però venne ordinato diacono e venne inviato dall’allora Papa Pelagio II a Costantinopoli, per chiedere degli aiuti concreti dal punto di vista militare all’imperatore Costantino. In quel periodo Roma e tutta l’Italia era alle prese con le aggressioni costanti da parte dei Longobardi. Gregorio rimase a Costantinopoli fino al 587 perché doveva dare supporto al Pontefice nella gestione dello scisma tricapitolino.



Nel 590, dopo la morte del Papa, venne immediatamente nominato Gregorio per gestire la Chiesa romana in un momento di particolare difficoltà. Difficoltà che erano soprattutto dal punto di vista militare, visto che i Longobardi continuavano ad attaccare Roma, senza contare che ci furono una serie di calamità naturali che misero a dura prova la tenuta della città. Cercò quindi di trovare una pace con i Longobardi, sfruttando anche la fede per convertirli al cristianesimo. La figura decisiva in questo senso fu la regina Teodolinda, moglie del re Agilulfo. Gregorio scambiò molte lettere con la sovrana, riuscendo ad avere un grande ascendente sulla donna, al punto che fu proprio lei la mediatrice più importante per il raggiungimento della pace con i Bizantini nel 598 e per la conversione dell’intero popolo al cattolicesimo.

I canti gregoriani e la leggenda che li ammanta

Secondo la tradizione, i famosi canti gregoriani sono dovuti proprio a San Gregorio Magno. Egli raccolse e ordinò i canti sacri in un volume detto Antiphonarius Cento, la cui copia originale andò persa durante le invasioni barbariche. La leggenda narra che egli dettò il codice a un monaco, nascosto dietro un velo: il monaco, accorgendosi che Gregorio faceva delle strane pause durante la dettatura, sollevò il velo e vide una colomba (segno della presenza dello Spirito Santo) che sussurrava all’orecchio del Papa. Il codice gregoriano sarebbe quindi di derivazione divina.

Gli altri Santi del giorno

Il 3 settembre di ogni anno, oltre a San Gregorio Magno, si ricordano anche: Santa Febe, Sant’Ausano, San Mansueto, San Macanisio, San Sandalio, San Remaclo e Sant’Aguilfo.