Il 31 marzo di ogni anno è il giorno dedicato alla celebrazione di San Guido di Pomposa Abate. Quest’ultimo nacque intorno al 970 a Ravenna, città a quei tempi molto importante a livello internazionale. La sua adolescenza e giovinezza furono caratterizzate da un sostanziale benessere e su buona parte del proprio tempo rivolto agli studi delle arti liberali. Agli inizi, non si era minimamente accostato alla Chiesa Cattolica, ma la situazione cambiò in seguito ad un pellegrinaggio a Roma.



Dopo un’esperienza così toccante, scelse di spogliarsi di tutti i suoi averi e di regalarli alla povera gente, iniziando ad indossare un saio. In quella occasione, ricevette la tonsura, prima di partire verso la Terra Santa e tornare a Ravenna. Qui divenne eremita e si affidò agli insegnamenti di Martino, abate di Pomposa. Divenne suo successore nel 1001 e diede nuovo impulso al suo monastero, rendendolo uno dei più rilevanti in tutto il Nord Italia. Grazie al suo lavoro, furono costruite numerose strutture moderne, vennero accolti diversi monaci e si diffuse una cultura spirituale di alto livello.



San Guido di Pomposa Abate, la collaborazione con Gebeardo da Eichstätt

Un altro momento importante della sua attività religiosa di San Guido di Pomposa Abate fu la collaborazione attiva con l’arcivescovo Gebeardo da Eichstätt, soprattutto per quanto riguardava la riforma della Chiesa Cattolica. Annoverò tra i suoi monaci lo storico inventore del pentagramma musicale, ossia Guido d’Arezzo. Entrò in contatto con vari papi e imperatori, tra i quali Bonifacio di Canossa, e fu invitato alla dieta di Pavia dall’imperatore Enrico III. Guido riuscì a mettersi in viaggio, ma prima di arrivare a destinazione morì a Borgo San Donnino, il 31 marzo 1046. Il suo corpo fu condotto prima a Parma e poi in Germania, a Spira, proprio su ordine di Enrico III.



Feste e celebrazioni

Non si hanno notizie certe su eventuali città protette da San Guido di Pomposa, ma è sicura la sua notevole opera nell’abbazia situata ancora oggi nell’omonima località in provincia di Ferrara. Fu consacrata nel 1026 dallo stesso San Guido e consentì una facile diffusione della cultura durante il periodo del Medioevo, con un ruolo di primo piano occupato dai monaci amanuensi che si trovavano al suo interno. Il monastero fu poi soppresso nel 1653 dal pontefice Innocenzo X prima del suo acquisto da parte della famiglia Guiccioli, risalente agli inizi dell’Ottocento. Attualmente, l’abbazia è di proprietà dello Stato Italiano e viene gestita dal Polo dei musei dell’Emilia-Romagna, continuando a mantenere il proprio smalto nonostante mille anni di storia.

Tutti gli altri Beati

Il 31 marzo è un giorno molto importante per la commemorazione di diversi altri Beati e Santi. Tra questi, meritano un ruolo di primo piano il vescovo Sant’Agilulfo, la martire Santa Balbina di Roma, il diacono e martire San Beniamino, il martire camaldolese Beato Daniele de Ungrispach, la contessa Beata Giovanna di Tolosa, il vescovo di Milano San Mauricillo o Maurilio e la martire Beata Natalia Tulasiewicz.

Video, la vita del Beato