Questa sera andrà in onda su Rai 2 la primissima puntata del programma ‘L’altra Italia‘ condotto – al suo quasi debutto televisivo – da Antonino Monteleone e che nel corso della puntata affronterà diverse inchieste e reportage a partire da quanto (ormai da anni) sta accadendo nel piccolo comune di San Luca, parte della città metropolitana di Reggio Calabria: una paese che conta appena poco più di 3mila abitanti e che si è reso famoso (o famigerato) a livello nazionale per le ripetute infiltrazioni della ‘ndrangheta all’interno delle forze comunali, al punto che oggi in molti lo considerano una sorta di roccaforte ‘ndranghetista.



Partendo dal principio: non è esattamente chiaro quale sia stato il punto di rottura per la tranquilla e pacifica vita di San Luca, ma a guardare i dati più recenti appare evidente che si trovi al centro di un calo demografico importante ormai da circa una 30ina di anni che ha portato alla fuga – o morte – di più di mille persone; il tutto accompagnato da un declino politico che ha già causato dal 2000 a questa parte il commissariamento straordinario del Comune per ben tre volte: le prime due (appunto nel 2000 e nel 2013) si parlò di infiltrazioni della ‘ndrangheta, mentre l’ultimo – solamente lo scorso giugno – è legata all’assenza di qualsiasi candidato per sostituire l’ex sindaco Bruno Bartolo.



San Luca, il paese in Calabria roccaforte della ‘ndrangheta: dalla faida tra clan alla strage di Duisburg

Una situazione politica e demografica – quella di San Luca – strettamente legata al problema principale che interessa buona parte del territorio dell’Aspromonte: a partire dagli anni ’70 – infatti – si insediarono proprio nel sanluchese le primissime cosche della ‘ndrangheta che hanno creato da quei piccoli comuni (includendo anche i vicini Paltì, Africo e Natile) il vero cuore pulsante della mafia calabrese che ancora oggi persiste e perdura; tanto che di quei poco più di 3mila abitanti – ricorda Il Post – 200 sono attualmente detenuti e un altro centinaio scarso sono agli arresti domiciliari.



La storia della ‘ndrangheta in quel di San Luca iniziò proprio negli anni ’70 e si suppone che da lì vennero ordinati alcuni tra i più importanti rapimenti condotti delle cosche ‘ndrine nel corso degli decenni passati; mentre nei primissimi anni ’90 il piccolo comune divenne noto a livello nazionale per lo scoppio di una famosa faida tra i clan Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari che nel corso di una decina scarsa di anni ha causato la morte di decine e decine di persone, il tutto culminato con la strage di Duisburg.

Per capire cosa c’entra San Luca con la città tedesca di Duisburg dobbiamo tornare con la mente al 2007 per ricordare – innanzitutto – che si tratto di un’imboscata organizzata davanti ad un bar in cui persero la vita 6 persone: queste (si scoprì in un secondo momento) erano tutte calabresi, legate al clan Pelle-Vottari; mentre il violento assalto è considerato ancora oggi – salvo alcune piccole vendette arrivate negli anni successivi – l’ultimo atto della faida di San Luca.