Ogni anno il 2 giugno si celebra San Marcellino e a Caserta si tiene la tradizionale festa in onore del Beato. Dopo la messa solenne la statua è portata in processione lungo le vie del paese e si realizza quello che viene chiamato come “ballo del Santo”. I portantini trasportano la statua e, a tempo di musica, vanno tra le vie del paese alternando momenti in ginocchio ad altri in cui sollevano la statua il più in alto possibile inneggiando alla grandezza del Santo. Il paese di San Marcellino prende il nome proprio dal suo patrono. È situato in provincia di Caserta all’interno di un’area prettamente agricola. Conta 14mila abitanti e offre luoghi di culto bellissimi da visitare. Tra questi c’è in particolare la Chiesa di S. Marcellino martire, che fu costruita nel 1125, ma subì in seguito un restauro neoclassico nella seconda metà dell’Ottocento.
San Marcellino, la sua vita
Il 2 giugno ricorre il festeggiamento in onore di San Marcellino martire che venne martirizzato insieme a San Pietro nel III secolo d.C., durante l’impero del feroce persecutore di cristiani Diocleziano. Non sono molti i dettagli a conoscenza sui due ma si sa che erano appartenenti al clero romano. In particolare, S. Marcellino era un prete, mentre S. Pietro era un esorcista. I due erano conosciuti per la loro fede e i prodigi compiuti. I fedeli li veneravano e ammiravano. Tanto forte era però l’ammirazione quanto l’odio e il livore che i persecutori dei cristiani nutrivano nei loro confronti. Il primo a essere arrestato fu S. Pietro, che venne imprigionato su ordine di un proconsole di nome Sereno e consegnato ad Artemio, capo delle carceri. L’ordine conferito ad Artemio fu feroce: si chiese infatti di sottoporlo a ogni tipo di sevizia affinché rinnegasse il nome di Dio. Nonostante l’efferata crudeltà però egli non cedette mai. Durante i supplizi, egli pregava Gesù e la notte si trovava a predicare agli altri carcerati e agli stessi carcerieri la parola di Dio. Una notte, mentre dormiva, si rese conto di essere stato liberato. Pietro, però, non andò molto lontano da Roma ma decise di recarsi da Artemio, che l’aveva deriso dicendo che il suo Dio non sarebbe mai stato in grado di salvarlo.
Artemio, al cospetto del Santo, si convertì al cristianesimo. Chiese poi a Pietro di liberare la sua figlia più piccola dal demonio e dopo che egli la liberò chiamò il prete Marcellino affinché la battezzasse. Il giudice, che era stato colpito da una malattia molto grave, quando guarì e si riprese del tutto venne a sapere di quanto accaduto e reagì con ferocia. Artemio cercò di interporsi e fargli comprendere che era stato Dio ad agire per mezzo di Marcellino e Pietro. Egli però non sentì ragioni e decise di imprigionare Marcellino, Pietro, Artemio e la sua famiglia condannandoli a terribili supplizi.
Dio al Primo posto
San Marcellino e San Pietro non abbandonarono Dio, promisero castighi a chi non avesse riconosciuto la sua parola e si dissero pronti a tutto in suo nome. Condotti nella prigione, Pietro fu stretto ai ceppi mentre Marcellino fu messo disteso sui cocci di vetro. Ma Dio aveva per loro un altro piano. Un angelo venne in loro soccorso e li liberò per sette giorni affinché potessero animare lo spirito dei cristiani, che era stato fiaccato dalle continue persecuzioni. Una volta adempiuta la loro missione, si ripresentarono al governatore. Questi, allora, decise che era giunto il tempo del martirio. Li condusse in una foresta e dopo averli costretti a scavare la loro stessa fossa li decapitò. Il governatore si adoperò affinché i sepolcri non venissero trovati ma, secondo gli agiografi, due matrone vennero a conoscenza del luogo di sepoltura, prelevarono i loro corpi e li depositarono nel sepolcro di San Tiburzio.
Gli altri Beati di oggi
Oltre a San Marcellino nella data odierna, 2 giugno, si festeggiano anche Sant’Erasmo di Formia, Papa Sant’Eugenio I e San Nicola.